In momenti difficili, dà sollievo sentire la vicinanza di persone lontane. Perciò pubblichiamo questa lettera che ci ha inviato dalla Calabria Gianpiero Taverniti. Da bergamaschi lo ringraziamo per le parole e l’affetto (pubblichiamo anche la foto che lui stesso ci ha mandato).
Carissimo redattore,
da lettore oggi online, ieri cartaceo, quando risiedevo a Castione della Presolana e lavoravo a Bergamo, mi preme essere vicino al popolo bergamasco e a tutti voi, sentire che nella città adottiva, città che mi ha dato tanto, mi ha dato fiducia, mi ha offerto un’opportunità chiamata lavoro, da giovane emigrante che lascia la propria terra la Calabria.
E’ normale rimanere legato a una terra come Bergamo, terra che mi ha dato la dignità di lavorare per la vostra comunità che oggi sento mia comunità. Nel vedere tanta gente di quella terra che ci ha lasciato, sentire che non bastano le camere mortuarie dei nosocomi per riporre le vittime fa male il cuore, vederle sistemate nelle chiese fa pensare la gravità di questa pandemia, dimostra che è marcatamente reale. Da parte mia vorrei stringermi attorno a voi, ricordandovi con affetto con qualche hashtag quello che ho sempre pensato di Bergamo, degli hashtag che vengono dal cuore #berghem #molamia #notherdeberghem #berghemdesass.
Un grande amico alpino chiamato Francù di Castione, che quando mi salutava mi diceva: “BerghemdeSass”, aneddoto che deve farvi riflettere che siete tosti e non mollerete mai. Frase che fa pensare che la gente di Bergamo ha sempre sudato, lavorato sodo e non molla, anzi in questo momento si stringe sempre più forte per rinascere. Vi saluto tutti, qualora serva una mia mano, posso salire e darvela da bergamasco adottato, ma vero.
Un vero e caloroso abbraccio amici di Bergamo, uniti ce la faremo e tutto andrà bene ed alla fine sconfiggeremo questo coronavirus che ci ha ferito fortemente.
Con grande vicinanza,
Gianpiero Taverniti
