È al lavoro da oltre una settimana la task force italo-russa che ha il compito di sanificare le residenze sanitarie assistenziali della provincia di Bergamo. Finora sono 33 le strutture su cui i militari dell’Esercito sono già intervenuti su un totale di 64.
Oltre 150 gli uomini al lavoro tra italiani e russi. Alla loro guida c’è il tenente colonnello Dario De Masi, componente dell’Unità specialistica dell’Esercito italiano, 7° reggimento Cbrn (chimica, biologica, radiologica, nucleare).
De Masi spiega che la difesa, con le sue forze armate, concorre in caso di necessità ed emergenza in supporto alle istituzioni dello Stato. In questo caso è il coronavirus a determinarne la presenza sul territorio. A Bergamo sono presenti circa 50 unità (persone), che includono personale specialistico del 7° reggimento, un nucleo di interpreti e personale della logistica. A dare man forte i colleghi russi (105 tra unità specialistiche, personale sanitario e nucleo interpreti), anche loro esperti in materia di difesa Cbrn.
L’Unità dell’Esercito è in grado di svolgere tutti i compiti connessi alla difesa chimica, biologica, radiologica, nucleare. Questo grazie alla formazione di base comune a tutti gli appartenenti alla specialità (una panoramica generale dei rischi associati alla minaccia Cbrn che include il rischio associato all’utilizzo di armi di distruzione di massa o al rilascio, intenzionale o casuale, di agenti o sostanze pericolose) e poi a corsi di formazione avanzata, in Italia e all’estero, che tengono conto degli incarichi specifici di ciascuno.
Nelle Rsa bergamasche i militari procedono alla sanificazione attraverso agenti bonificanti nei locali individuati dai direttori di ciascuna residenza sanitaria.