È confermata per la prossima settimana, l’apertura del centro vaccinale di Albino. Questa mattina, sabato 17 aprile, all’auditorium comunale sono arrivati i tecnici di Poste italiane, al lavoro per inserire l’hub sul portale della Regione.
Il centro sarà il primo in Italia gestito da medici di famiglia, attraverso la cooperativa Iml, Iniziativa medica lombarda. «Siamo agli ultimi dettagli operativi, stiamo ultimando le fasi che ci accompagneranno all’inizio della campagna vaccinale nel centro allestito all’auditorium di Albino – spiega Mario Sorlini, presidente della Cooperativa Iml -. Possiamo dire che presumibilmente entro metà della prossima settimana saremo pienamente operativi».
L’inaugurazione ufficiale del centro è prevista per lunedì 19 aprile. «Un numero cospicuo di medici ha aderito alla nostra iniziativa – prosegue Sorlini -. Contiamo tra gli 80 e gli 85 medici di medicina generale che si sono resi disponibili per le vaccinazioni. Il centro sarà aperto dalle 8 alle 20, domenica e festivi compresi. A pieno regime potremo avere oltre mille vaccinazioni al giorno, partiremo presumibilmente con 400 / 500 vaccinazioni al giorno».
Il presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo Guido Marinoni, anche lui questa mattina all’auditorium di Albino, sottolinea il valore simbolico dell’apertura di un centro vaccinale per la media e bassa Valle Seriana. «Era giusto essere vicini alla popolazione che ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia. Importante anche il fatto che il centro sia gestito dai medici di famiglia, i più vicini ai pazienti nei momenti più duri. Alcuni di loro ci hanno lasciato anche la vita, ricordiamolo».
Pronto da diversi giorni, il centro vaccinale ha atteso a lungo per poter partire. «Abbiamo addirittura ridondanza di personale per gestire otto linee, ma purtroppo non siamo ancora partiti perché non ci sono i vaccini – commenta Marinoni -. Anche gli altri centri della provincia lavorano al di sotto del loro potenziale. Col tipo di organizzazione e di personale che abbiamo potremmo immunizzare la popolazione bergamasca in tempi rapidissimi. Ci mancano solo i vaccini».