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«Con le vaccinazioni in Lombardia evitati 2000 morti e 5000 ricoveri»

«La campagna vaccinale, in Lombardia, ha evitato oltre 2.100 decessi tra gli over 60: ben 1.701 soltanto tra gli ultraottantenni». Numeri significativi, quelli illustrati dal professor Giovanni Corrao, ordinario di Statistica medica dell’Università Bicocca di Milano, che ha presentato a Palazzo Pirelli, lo studio ‘Monitoraggio e valutazione del piano vaccinale anti-covid-19’ insieme alla vicepresidente e assessora al Welfare della Regione, Letizia Moratti e al coordinatore della campagna vaccinale, Guido Bertolaso.

«Analizzando la fascia over 60 – ha proseguito Corrao – la nostra piattaforma ha evidenziato che, con i vaccini, sono stati evitati più di 300 ingressi in terapia intensiva, quasi 5.000 ricoveri e oltre 10.000 infezioni da Covid. Lo studio, infatti, ha considerato i cosiddetti ‘cittadini elegibili’, circa 9 milioni di persone residenti o domiciliate nella nostra regione. In Lombardia abbiamo vaccinato quasi tutti gli ospiti delle Rsa, le persone con elevata vulnerabilità, gli estremamente fragili e i medici di base. L’altissimo numero di somministrazioni quotidiane raggiunto ci consente di contare, rispetto al resto d’Italia, il numero più basso di persone ancora in attesa di vaccinazione».

«Ritengo doveroso sottolineare, a livello personale – ha spiegato Corrao – che questi dati sono emersi analizzando i primi sei mesi di campagna vaccinale e i numeri potrebbero variare nel corso del tempo. Con questa piattaforma, inoltre, sarà possibile valutare anche l’andamento e l’impatto della vaccinazione eterologa. Il nostro obiettivo è migliorare la qualità del servizio, correggere gli errori e risolvere eventuali criticità. Per questo – ha concluso Corrao – sarebbe interessante estendere il modello anche ad altre regioni».

Guido Bertolaso

La conferenza stampa è servita anche a fare il punto sulla campagna vaccinale in Lombardia. «Parto da un dato che, purtroppo, ancora una volta, non viene considerato per quanto vale o addirittura sottovalutato – ha detto Guido Bertolaso -: anche ieri, martedì 22 giugno, è una Lombardia da record. Il 20% dei vaccini somministrati in Italia è stato effettuato in Lombardia che, fra l’altro, è la regione stabilmente in testa al rapporto fra dosi consegnate dal Commissario Figliuolo e somministrate (oggi è al 96,5% ndr)».

Bertolaso ha anche sottolineato che la Lombardia, relativamente alla richiesta di vaccinare tutti gli over 60, è perfettamente in linea con quanto evidenziato dal commissario Figliuolo: «La Lombardia – ha spiegato – li ha vaccinati tutti. Mancano sono quelli che hanno fatto il Covid e quelli che non vogliono vaccinarsi, che non possiamo andare a prendere a casa con i carabinieri”. Tanto è vero che la Lombardia ha già spiegato che AstraZeneca non serve più eccetto le 300.000 dosi necessarie ai richiami.

A luglio, invece, potrebbero esserci qualche problema relativo a possibili forniture di vaccini mRNA. Alla Lombardia ne serviranno circa 2,8 milioni. «Una carenza creerebbe problemi non solo alla Lombardia – ha detto – ma soprattutto alle Regioni più virtuose che hanno una pianificazione a medio lungo termine. Noi abbiamo 100.000 prenotazioni al giorno fino al 4 agosto. Se dovessimo ricevere forniture inferiori a questi quantitativi ci sarebbero problemi. Siamo tutti consapevoli di questa problematica. La colpa non è della Lombardia, delle regioni o di Figliuolo, che è un terminale di una fornitura di un contratto che è stato fatto dall’Europa. Comunque noi nel cassetto abbiamo già un ‘Piano B’».

Letizia Moratti

Riguardo all’andamento della campagna vaccinale, la vicepresidente della Regione, Letizia Moratti, ha precisato che in Lombardia l’86% degli aderenti è stati vaccinato. Sono state effettuate 8.213.207 somministrazioni. «Rispetto all’invito del Commissario Figliuolo Regione Lombardia ha praticamente ultimato tutte le fasce d’età ‘over 60’:su una platea di 3.078.901, gli aderenti sono stati 2.639.871 soggetti, pari all’86%».

Il restante 14% – è stato spiegato – è costituito da ‘guariti’, ‘positivi’ e pochi ‘no vax’.

Quanto alle percentuali di vaccinati rispetto agli aderenti, si riscontra il 100% per gli over 90 e per la fascia 80-89. Quella che comprende i cittadini tra i 70 e i 79 anni registra un 99%, che scende al 98 per cento per chi è nella fascia tra i 60 e i 69 anni. Il dato relativo alla fascia 50-59 anni corrisponde al 96%; quello per chi ha tra i 40 e i 49 anni è all’85%. La fascia 30/39 annni è al 72%, tra i 20 e i 29 al 46% e tra i 12 e i 19 al 16%.

«La copertura vaccinale – ha ribadito la vicepresidente Moratti – funziona anche per le varianti e, pertanto, è sempre fondamentale vaccinarsi. In questo periodo, abbiamo deciso di sequenziare tutti i positivi per vedere di tenere sotto controllo le varianti. A giugno si conferma che la variante prevalente è quella inglese, la cosiddetta ‘variante alpha’ con il 64% dei casi. I dati sulle varianti ‘indiane’ – sono due, ‘delta’ e ‘kappa’- ci dicono che sono diffuse, rispettivamente, con una percentuale del 3,2% e dello 0,8. La variante sudafricana (‘beta’) è al 2%».

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