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Dario Brignoli primo clarinetto alla Grant Park Orchestra a Chicago

Dario Brignoli, classe 1987 (34 anni il prossimo 5 settembre), legato alla Valle Seriana (il padre è di Ponte Nossa e la madre di Villa d’Ogna) ma cresciuto a Cornaredo (Provincia di Milano), continua ad arricchire il suo curriculum professionale. Il giovane, da anni sulle strade della musica, nei giorni scorsi ha infatti ottenuto la conferma al ruolo di primo clarinetto alla Grant Park Orchestra a Chicago, nell’Illinois (Usa).

Dopo avere superato la selezione del bando nel 2019, ha infatti recentemente completato con successo il periodo di prova ottenendo così la posizione a tempo indeterminato in quella che è una delle più prestigiose orchestre estive degli Stati Uniti.

L’ambito lavoro arriva dopo già importanti soddisfazioni conquistate all’estero: nel 2017 ha vinto infatti il concorso come primo Clarinetto alla Tucson Symphony Orchestra (Arizona, Usa). «E’ stato il momento in cui mi sono detto “ce l’ho fatta”»: ricorda Dario.

La passione e l’amore per la musica sin da giovanissimo

E la musica, come spesso accade, è un ambiente di famiglia. Il nonno Ambrogio (di Ponte Nossa) suonava il clarinetto e il sassofono tenore. Anche il padre Sergio è un grande appassionato di musica e lo zio Alessandro Brignoli è un insegnate di musica di lungo corso.

«Suono il clarinetto da 23 anni – racconta Dario -. Tutto è iniziato quasi per gioco, ma già a 13 anni ho iniziato a prendere parte a concorsi». Il primo a livello internazionale l’ha vinto a 18 anni (a Tokyo), qualche mese dopo anche il concorso Internazionale Città di Chieri. «Cosa – continua – che mi ha spinto dopo il liceo a continuare a fare musica. Non è stato tuttavia semplice trasformare questa passione in un lavoro e andare all’estero è stata quasi una cosa spontanea per le occasioni che si sono presentate».

Nell’elenco delle attività all’estero figurano infatti esperienze in orchestre oltreconfine tra cui la Macao Symphony Orchestra (Cina) nel 2017; in Danimarca (2014-2016) al Copenhagen-Phil, alla AAlborg Symphony Orchestra e alla Soendeborg Symphony Orchestra.

«Ho lasciato, per studiare all’estero musica, per la prima volta l’Italia all’età di 26 anni – rammenta Dario -. Vivevo a Copenaghen, città in cui avevo la possibilità di tornare ogni mese. Attraverso una borsa di studio (Fullbright) sono arrivato negli Stati Uniti».

Nel 2012 ha ottenuto un altro riconoscimento internazionale: Dario ha vinto il primo premio del Concorso Internazionale di Clarinetto Mercadante di Noci.

È stato inoltre primo clarinetto all’Orchestra Unimi (Milano) 2013-2015, componente della Schleswig-Holstein Musik Festival Orchestra 2014 e clarinetto del “XX secolo Ensemble Bernasconi – Accademia Scala” 2012-2014.

La pandemia e la musica

Lo scorso anno a Tucson non è stato semplice per me – spiega -. Negli Stati Uniti la possibilità di organizzare concerti cambia da Stato a Stato. In Arizona non abbiamo potuto e per via della mia posizione nel Paese non ho avuto accesso a strumenti di sostegno economico. Ora, come in Italia, alcuni cittadini si sono vaccinati e altri no. Il come potere allestire concerti nel periodo invernale è un tema aperto. Il desiderio comune è sicuramente quello di riuscire a suonare stando garantendo la massima sicurezza per il nostro pubblico».

All’estero da 6 anni, con la pandemia è stato più difficile rientrare nel Bel-paese. E sarà ancora più complesso immaginare un rientro definitivo. «Qui la mia passione mi sta dando soddisfazioni importanti e insieme a questo anche stabilità»: spiega.

Ora Dario, già abituato a spostarsi tra il Milanese e Val Seriana (meta di tante vacanze estive e invernali) continuerà a fare la valigia ma muovendosi all’interno del Paese a stelle e strisce. «La prospettiva – conclude – è quella di trascorrere i mesi estivi a Chicago e le altre stagioni a Tucson, cosa che non è male anche sotto il profilo climatico, non solo professionale».

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