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Primaria di Bondo Petello, cosa dicono Comune e dirigente scolastica

Ad Albino tiene banco il tema della scuola primaria di Bondo, dove il prossimo anno scolastico comincerà senza la prima. In merito, nei giorni scorsi, è intervenuto anche il deputato della Lega Daniele Belotti che ha scritto al ministro Patrizio Bianchi e al direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Vincenzo Cubelli per chiedere di rivedere la decisione. Ma anche l’Amministrazione comunale ha voluto precisare la propria posizione.

In particolare, in un’intervista al tg di Antenna2, l’assessora all’Istruzione Patrizia Azzola si è soffermata su alcuni aspetti. «La notizia – ha spiegato – ci è stata comunicata l’11 aprile, dopo che le iscrizioni alla scuola primaria erano state chiusa da due mesi. Come amministrazione comunale ci è dispiaciuto non essere stati coinvolti all’interno di questo percorso».

La classe prima a settembre non partirà perché gli alunni iscritti erano soltanto 8, a fronte di un limite minimo di 15, previsto dalla legge. «Credo che questa soglia – ha detto ancora Azzola – possa essere gestita con una certa discrezionalità. L’anno scorso, ad esempio, la prima a Bondo è partita con 13 bambini. Il fatto che la classe venga costituita anche in funzione del personale che l’Ufficio scolastico provinciale assegna all’Istituto comprensivo, però, non mi trova d’accordo. Un servizio, infatti, dovrebbe essere costruito in funzione delle esigenze dell’utenza».

La preoccupazione riguarda anche il futuro. «I numeri non sono confortanti», aggiunge l’assessora all’Istruzione. Secondo Azzola, «esiste la possibilità di proporre un’offerta didattica che renda il plesso di Bondo più appetibile».

Di seguito il video con l’intera intervista (questa sera, venerdì 20 maggio, alle 19 su Antenna2 andrà in onda un’intervista più ampia a Patrizia Azzola e al vicesindaco Daniele Esposito, anche in merito alla questione dell’aumento delle rette all’asilo nido comunale):

Chiamata in causa, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Albino, Daniela Zanga, espone il suo «punto di vista personale» in una lettera che ci ha inviato in redazione. «Prima di arrivare a questa decisione finale, sono state effettuate tutte le valutazioni approfondite necessarie da parte della scrivente e dal Dirigente provinciale, Dott. Cubelli, al quale la sottoscritta si rapporta come referente dell’Ufficio preposto. Le regole del Ministero prevedono di partire dal numero di alunni iscritti per assegnare il personale necessario, non viceversa», precisa la dirigente.

Quanto alla possibilità di rendere il plesso di Bondo «più appetibile», la dirigente scolastica sottolinea: «La scuola era pronta ad accogliere tutti gli obbligati residenti e non, ad attivare il modello innovativo di scuola senza zaino – SSZ -, già adottato e funzionante a Vall’Alta, per ampliare l’offerta formativa e rendere il plesso attrattivo, come anche l’Amministrazione ha pubblicamente dichiarato di volere. Per questo è stato richiesto l’acquisto degli arredi dopo l’avvio dell’anno scolastico in corso, per dare il tempo per reperire le risorse».

Infine, non manca una stoccata nei confronti dell’Amministrazione comunale: «Si spera che per il futuro le richieste della scuola vengano prese interamente in considerazione ed evase in tempi rapidi e che quanto spettante al Comune come servizio ordinario sia prestato senza estenuanti rincorse e superando la faticosità delle relazioni».

Di seguito riportiamo la lettera per intero:

Il provvedimento di assegnazione dell’organico di diritto, con conseguente non attivazione della classe prima con otto alunni per il prossimo anno scolastico a Bondo, è stato emesso dall’Ufficio scolastico provinciale di Bergamo. Non si è raggiunto il numero minimo di iscritti (quindici), previsto dalla normativa vigente.

Prima di arrivare a questa decisione finale, sono state effettuate tutte le valutazioni approfondite necessarie da parte della scrivente e dal Dirigente provinciale, Dott. Cubelli, al quale la sottoscritta si rapporta come referente dell’Ufficio preposto. Le regole del Ministero prevedono di partire dal numero di alunni iscritti per assegnare il personale necessario, non viceversa.

La possibilità di attivare la pluriclasse prima/seconda è stata esclusa dai genitori convocati in data 8 aprile. Il numero minino per le pluriclassi è 8, il massimo 18, a fronte di 21 alunni presenti. Il totale nel plesso ammonterà a 77. Alle famiglie si è garantito di lasciare gli otto bambini insieme nella stessa sezione a Desenzano.

Lunedì 11 aprile sono stati avvisati ufficialmente il Sindaco e l’Assessore all’Istruzione della situazione così definitasi dalla scuola per la propria parte di competenza, per i successivi adempimenti a loro carico. All’Ente locale ben cosciente di ciò come si deduce dall’articolo di Paese Mio di maggio, competono infatti la gestione dell’edilizia, la manutenzione ordinaria e straordinaria, il pagamento di tutte le utenze, il trasporto scolastico, l’attraversamento pedonale, il servizio mensa, il sostegno alla didattica, l’assistenza educativa alla disabilità e molti altri importanti servizi, quindi ben venga la rinnovata disponibilità a provvedervi, dichiarata nel succitato articolo.

La comunità, di fronte al timore della soppressione della scuola, a causa di un noto calo demografico in atto ovunque da anni, dovrebbe essere coesa ed evitare di disperdersi, cosa non gradita agli abitanti stessi, alla scuola e all’amministrazione. La non attivazione di una classe non significa automaticamente la soppressione del plesso, questione invece ben più complessa, da valutare congiuntamente da parte dell’Ufficio scolastico provinciale, della scuola interessata e dell’Ente locale.

La scuola era pronta ad accogliere tutti gli obbligati residenti e non, ad attivare il modello innovativo di scuola senza zaino – SSZ -, già adottato e funzionante a Vall’Alta, per ampliare l’offerta formativa e rendere il plesso attrattivo, come anche l’Amministrazione ha pubblicamente dichiarato di volere. Per questo è stato richiesto l’acquisto degli arredi dopo l’avvio dell’anno scolastico in corso, per dare il tempo per reperire le risorse. L’IC Solari ha ora chiesto all’amministrazione l’anticipo e il posticipo dell’orario in tutti i plessi dell’infanzia e primaria per i genitori che hanno necessità di assistenza per i propri figli, visto che sembra un’esigenza sociale determinante.

La collaborazione iniziata due anni fa dalla scrivente con il Comune è necessaria e preziosa per il bene degli studenti e certamente deve trovare rispondenze da entrambe le parti. Si spera che per il futuro le richieste della scuola vengano prese interamente in considerazione ed evase in tempi rapidi e che quanto spettante al Comune come servizio ordinario sia prestato senza estenuanti rincorse e superando la faticosità delle relazioni.

Una Dirigente scolastica non si lascia coinvolgere da eventuali strumentalizzazioni politiche rispetto alla gestione del proprio istituto e si prefigge di restare super partes per il bene della comunità scolastica e territoriale.

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