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Torna la truffa del catalogo: firme che costano fino a cinquemila euro

È la nuova frontiera delle frodi porta a porta. I malintenzionati, con la scusa di una semplice firma su una ricevuta per la ricezione di un catalogo o di una tessera sconti e da ultimo sulla privacy attivano un contratto in cui l’ignara vittima si impegna a pagare cifre che possono arrivare anche oltre i cinquemila euro. Ecco di cosa si tratta e come difendersi.

«La cosiddetta truffa del catalogo sta tornando fin troppo di moda, dopo due anni di pandemia diffusa che ha limitato i margini di manovra dei venditori porta a porta – dice Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Da quello che ci raccontano le vittime, i venditori sono persone giovani, gentili al primo appuntamento e arroganti nel secondo, quello decisivo. Decisamente bravi nell’incantare le persone anziane, che molte volte li fanno entrare solo per scambiare due parole».

Alla porta di casa si presenta una persona di bella presenza che dice di voler consegnare un catalogo in cui sono inseriti degli sconti speciali per l’acquisto di oggetti per la casa. Una volta compreso che la vittima è interessata alle presunte offerte del catalogo chiede, con una scusa, “una semplice firma” che il corriere dovrà poi far vedere ai suoi responsabili per certificare l’effettiva consegna dei cataloghi.

Spinti dalle allettanti offerte molti firmano fogli che si scopriranno essere in realtà un contratto capestro nel quale ci si impegna a procedere all’acquisto di oggetti, di dubbio gusto e di scarsa qualità, che possono arrivare a costare appunto migliaia di euro, e il cui vincolo è peraltro triennale.

«Ai nostri sportelli sono arrivate delle segnalazioni che riportano di una telefonata da parte di un call center che, con grande affabilità, chiede di rispondere ad un piccolo sondaggio terminato il quale si potrà ricevere una tessera sconto per l’acquisto di oggetti per la casa – prosegue Mina Busi -. Il consumatore, attratto da questa prospettiva, accetta di rispondere alle domande e pochi giorni dopo si vede consegnare a casa la tanto attesa tessera. Infine, ci sono casi di persone che hanno risposto ad un sondaggio direttamente nella propria abitazione. Mai fare entrare in casa persone sconosciute, lo raccomandiamo in continuazione, ma i truffatori sono talmente abili che riescono a creare empatia col malcapitato che è portato quindi a dare fiducia assecondando le sue richieste».

Dopo l’intervista il truffatore chiede la firma per la privacy. Ciò induce il nostro assistito a non dare peso all’accaduto tant’è che la carta viene dimenticata nel cassetto. Le firme sono più di una e quindi è verosimile che sia stato fatto firmare anche il finanziamento senza lasciare copia per non insospettire la persona mettendo quindi in atto un nuovo tentativo di truffa. Purtroppo, quello che si è firmato non è affatto un consenso sulla privacy, bensì un contratto nel quale ci si impegna a pagare migliaia di euro per l’acquisto di oggetti, nell’ultimo caso da noi assistito si tratta di circa quattromila euro. Fatti trascorrere i 14 giorni, durante i quali il consumatore potrebbe esercitare il suo diritto di recesso, si presenta un nuovo venditore che, presentando la firma del contratto, minaccia di avviare una causa legale qualora non si voglia effettuare il pagamento stabilito.

La presidente di Adiconsum Bergamo spiega che «le vittime della truffa del catalogo sono in continuo aumento, è un fenomeno che non riguarda solo gli anziani: per difendersi è bene ricordare di leggere sempre ciò che si sta firmando non cadendo nel tranello del “mi basta una firmetta qui”; farsi rilasciare sempre una copia di quello che si è firmato è un’abitudine che è bene assumere: se si tratta effettivamente di una ricevuta non ci saranno problemi. Nel caso invece di un contratto/truffa avrete la possibilità di annullare il vostro impegno; non versare caparre; è importante agire prima che scadano i 14 giorni dal vostro acquisto per poter così annullare l’impegno di pagamento estorto con l’inganno; in ogni caso anche dopo i 14 giorni è possibile contestare il contratto truffa per ottenere l’annullamento contestando alla controparte l’assenza di volontà di contrarre da parte della vittima e il raggiro subito».

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