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Verso le elezioni, intervista a Sabina Lupo

Proseguiamo con gli articoli dedicati alle prossime elezioni politiche e, in particolare, ai candidati all’uninominale dei principali schieramenti in campo nei collegi elettorali per la Camera e il Senato del nostro territorio. 

È originaria di Taranto, ma da anni vive nella bassa bresciana e lavora a cavallo tra Brescia e Bergamo. Sabina Lupo, avvocatessa cinquantacinquenne, è la prescelta del Movimento 5 Stelle come candidata nel collegio uninominale di Bergamo per il Senato della Repubblica (Lombardia U07).

Come si è avvicinata al Movimento 5 Stelle?

«Io ho sempre fatto politica nel mio Comune in provincia di Brescia e nel 2012 ho deciso di iscrivermi al M5S perché ero d’accordo con Grillo che portava avanti la battaglia per l’acqua pubblica.»

E perché ha deciso di accettare questa difficile sfida di candidarsi nel collegio uninominale di Bergamo?

«Perché penso che adesso o mai più. L’Italia è un Paese gattopardesco, dove non cambia mai nulla. Secondo me oggi è il momento decisivo: o siamo in grado di svoltare il Paese o finiamo nel baratro. Inoltre, ritengo che i problemi che ci sono dove vivo io, ovvero nella bassa bresciana, siano praticamente gli stessi che hanno i bergamaschi.»

Lei si occupa di sicurezza sul lavoro ed è stata nella segreteria nazionale del sindacato FLEPAR. Quali sono le vostre proposte per risolvere i problemi che affliggono il mondo del lavoro?

«Quando si parla di sicurezza sul lavoro lo si fa solo con slogan vuoti, che ricorrono ogni qualvolta succede una tragedia. Servirebbe invece una vera ed efficace politica di prevenzione con corsi, aggiornamenti e norme più specifiche per ogni ambito lavorativo. Su questo punto i programmi degli altri schieramenti non dicono nulla, noi siamo gli unici a proporre delle soluzioni per limitare gli infortuni sul lavoro. Altra nostra convinzione riguarda il salario minimo che è necessario per tutelare i lavoratori che oggi sono sfruttati.»

Molti vi accusano che sia stato il reddito di cittadinanza a rovinare il mercato del lavoro. Cosa ne pensa?

«Il Reddito è fondamentale per aiutare tutti quei cittadini che sono esclusi dal mondo del lavoro e che quindi non avrebbero altro sostentamento per evitare loro la povertà. Quando uno stipendio è più basso del Reddito di cittadinanza, non bisogna pensare di eliminare il reddito, bisognerebbe aumentare il salario. Detto questo, certo che ci sono state delle truffe, ma purtroppo in Italia questo succede per ogni tipo di legge.»

Altro tema caro a voi 5 Stelle è quello ambientale.

«Il problema dell’ambiente è una questione globale. Ma può avere molte declinazioni anche sul territorio. Un’idea di cui si parla poco, ma che potrebbe essere molto utile per le valli bergamasche è quella delle comunità energetiche. Grazie a queste i paesi di montagna potrebbero raggiungere un’indipendenza energetica che consentirebbe loro di risparmiare moltissimo e di diventare un polo d’attrazione per molte famiglie e imprese. Quindi l’obiettivo deve essere una totale conversione verso fonti di energia sostenibili per raggiungere la nostra indipendenza energetica e la totale decarbonizzazione entro il 2050 che è la data che noi abbiamo inserito nel nostro simbolo. In questo senso è impensabile voler tornare al nucleare, il problema climatico e energetico va risolto oggi, non tra dieci o quindici anni. Inoltre, va sciolto ancora il problema dell’ubicazione delle centrali e dello stoccaggio delle scorie radioattive. Giustamente nessuno le vuole sotto casa.»

Anche il bonus del 110% per voi è utile in questa direzione?

«Assolutamente sì. Dagli ultimi dati emerge chiaramente come questa misura voluta dal governo Conte ha consentito una notevole riduzione della produzione di anidride carbonica e della spesa media in bolletta per le famiglie, favorendo soprattutto quelle più in difficoltà e ha risollevato il settore dell’edilizia, molto importante per le valli bergamasche, che altrimenti avrebbe rischiato di bloccarsi.»

Abbiamo parlato dell’importanza della formazione. In Lombardia si assiste sempre più ad un aumento dell’istruzione e della formazione privata. Quale è la vostra posizione?

«Sicuramente bisogna favorire l’istruzione pubblica, accessibile a tutti. Per far ciò dobbiamo impegnarci anche a migliorare la scuola sotto l’aspetto delle strutture e delle capacità tecnologiche e informatiche. Va, quindi, rivista totalmente la riforma della Buona-scuola voluta dal governo Renzi che ha peggiorato il sistema scolastico italiano. Inoltre, riteniamo che tutti gli stage, i tirocini gratuiti e l’alternanza scuola-lavoro debbano essere aboliti. La scuola ha il compito di formare i nostri ragazzi e questo non vuole dire mandarli nelle fabbriche, mettendo a rischio la loro vita.»

Su questi aspetti siete d’accordo con il Partito Democratico.

«Il PD parla molto, ma non fa mai nulla. Noi 5 Stelle, con il nostro leader Conte, negli ultimi mesi abbiamo avanzato numerose proposte, ma dai Dem abbiamo avuto solo dei silenzi.»

Sulla sanità invece sanità: voi proponete che torni tutta a gestione statale. È d’accordo?

«Durante la pandemia abbiamo visto come la gestione della sanità da parte delle Regioni sia lacunosa. Purtroppo, noi lombardi l’abbiamo capito in maniera drammatica. Grazie all’allora premier Conte e al suo Governo si è riusciti a limitare i danni, non a caso, le scelte prese da quell’esecutivo venivano utilizzate dagli altri leader europei come modello. Il problema principale è che esponenti di altri partiti dicano che i medici di base non servono, perché compilano solo le ricette. Noi, al contrario, pensiamo che si debba tornare a incentivare la medicina sul territorio.»

Lei è una pentastellata della prima ora. Come vede tutti i cambiamenti che ha subito il Movimento negli ultimi anni?

«Certo, il Movimento negli ultimi dieci anni è cambiato, così come sono mutate la società e la politica. Chi critica Conte e ha lasciato i 5 Stelle sono coloro che sono troppo legati alla loro poltrona e quindi non accettano il limite dei due mandati, che invece è sacrosanto. Noi non vogliamo dei professionisti della politica, ma dei professionisti in politica. Inoltre, noi siamo gli unici che portano avanti delle battaglie autentiche e non dettate da interessi personali o da gruppi di potere. Siamo dalla parte giusta per cambiare in meglio questa Italia.»

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