All’alba di oggi (mercoledì 25 gennaio), i carabinieri del Comando provinciale di Bergamo hanno eseguito tre ordinanze di misure cautelari restrittive della libertà personale nei confronti di altrettanti indagati, cittadini italiani di etnia sinti. Le ordinanze sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bergamo, su richiesta della Procura della Repubblica, per i reati di lesioni aggravate con l’uso di arma da fuoco, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma da sparo in luogo pubblico.
L’attività investigativa svolta dai carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Treviglio è scaturita a seguito del ferimento alle gambe di un 42enne, cittadino marocchino, commesso lo scorso 5 settembre, all’interno di una cascina abbandonata che sorge all’interno di un podere in via Pirola, a Caravaggio.
Le indagini hanno permesso di far luce sulle ragioni che avrebbero determinato l’azione violenta degli indagati nei confronti del 42enne, prima aggredito con spranghe di ferro e poi ferito alle gambe con diversi colpi di pistola, due dei quali andati a segno.
Secondo l’accusa, gli arrestati, per soddisfare gli interessi economici, con spiccata violenza e capacità intimidatoria, avrebbero attuato, assieme ad ulteriori sette complici (indagati, ma a piede libero), un vero e proprio assalto nei confronti del cittadino marocchino, responsabile di essersi rifiutato di abbandonare la cascina, tra l’altro occupata abusivamente.
L’intento degli indagati, infatti, dopo aver eseguito lo “sfratto”, sarebbe stato quello di acquisire il pieno possesso sia dell’immobile che del pertinente terreno, acquistandoli dall’anziana proprietaria residente fuori regione.
Dopo le catture di questa mattina, due a Caravaggio e una a Monza, due degli arrestati sono stati associati presso il carcere di Bergamo, mentre il terzo presso quello di Monza.
