Per diventare giusti non serve essere eroi. Basta un piccolo sforzo, come piegare una gru di carta. Questo il messaggio che hanno voluto lanciare studenti e insegnanti dell’Istituto “Fantoni” di Clusone in occasione della Giornata europea dei giusti, ricorrenza istituita per ricordare «coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l’umanità e ai totalitarismi».
Nelle scorse settimane, in vista di questo 6 marzo, data della Giornata dei giusti, a scuola è stata lanciata una sfida: realizzare mille origami a forma di gru. L’iniziativa è nata all’interno della 4^B del liceo scientifico. «In occasione della “Giornata della memoria” abbiamo letto il libro Auschwitz non finisce mai di Gabriele Nissim – spiega Susanna Borelli, studentessa della 4^B -. La tesi principale di questo libro è che il ricordo della shoah non dev’essere fine a sé stesso, ma deve diventare come una lente d’ingrandimento per porre l’attenzione sugli altri genocidi avvenuti nella storia. Così come deve servire a ricordare i giusti che durante questi terribili eventi hanno avuto il coraggio di salvare delle vite».
A proporre in un tema l’idea delle gru di carta è stato Paolo Liu. «La nostra iniziativa s’ispira alla storia di una ragazza giapponese, Sadako Sasaki, che a causa della bomba atomica di Hiroshima si ammalò di leucemia – spiega lo studente -. Ricordando la leggenda giapponese secondo cui piegando mille gru si possa esaudire un desiderio, iniziò a fare questi origami nella speranza di guarire dalla sua malattia. Sfortunatamente, però, la sua malattia cominciò a peggiorare e cambiò il suo desiderio nella pace nel mondo. Sadako morì dopo aver piegato 644 gru. I suoi amici, commossi da questo suo gesto, conclusero la sua impresa e, simultaneamente, finì anche la seconda guerra mondiale. Vogliamo anche noi esprimere un desiderio: che ognuno possa essere un giusto nel mondo».
La sfida delle mille gru è stata raccolta da tutta la scuola. Studenti e insegnanti si sono impegnati a piegare gli origami, su ognuno dei quali hanno scritto il nome di un giusto. Quota mille non solo è stata raggiunta, ma pure superata.
Giovanna Bigoni, insegnante di storia e filosofia che ha guidato i ragazzi nel progetto, mette l’accento sul concetto di responsabilità. «Lo sforzo di piegare una gru ha voluto rappresentare lo sforzo che ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare per far prevalere il bene sul male. L’auspicio che esprimiamo è che i nostri ragazzi prendano consapevolezza della propria responsabilità e del ruolo che possono avere nel migliorare le situazioni che si trovano di fronte nella propria vita. Non serve essere eroi, ma agire con responsabilità».