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Discarica della val Rogno, le associazioni ambientaliste contro il via libera all’ampliamento

Torna l’attenzione sulla discarica della val Rogno, tra i comuni di Gorno e Premolo, in cui vengono conferite le scorie che derivano dall’attività di trattamento dei fumi di acciaieria provenienti da tutta Italia. Nel settembre 2021 la Pontenossa spa ha presentato un progetto per l’ampliamento. Venerdì 10 marzo si è concluso l’iter autorizzativo, condotto dalla Provincia di Bergamo con la partecipazione degli enti locali.

Il via libera non trova però d’accordo Legambiente Bergamo, WWF Bergamo-Brescia, Italia Nostra sezione di Bergamo, Orobievive. In un comunicato le organizzazioni ambientaliste definiscono l’ampliamento «irrazionale e immotivato perché esclude la possibilità di recupero dalle scorie di metalli (ferro, zinco, piombo) che possono essere separati e valorizzati, evitando di reperire le stesse risorse con l’attività mineraria, molto impegnativa e impattante».

Le associazioni sostengono di aver «prodotto diverse osservazioni al progetto, fornendo circostanziate indicazioni in merito a tecnologie e impianti alternativi. Ma la conferenza dei servizi ha ritenuto di non verificare adeguatamente le possibili alternative all’ampliamento della discarica e si è conclusa con l’approvazione».

«Va inoltre sottolineato – prosegue il comunicato – che questo ampliamento ha ricevuto parere negativo, motivato da molti argomenti tecnici e ribadito più volte nel corso del procedimento, da parte di Arpa Lombardia (Agenzia regionale protezione ambientale) in quanto ritiene l’opera, che richiede anche lo spostamento di un torrente, non inseribile nel contesto territoriale».

«Si ricorda che la Valle di Rogno viene utilizzata come discarica da settant’anni e che, con questa autorizzazione, si prospetta il prolungamento del conferimento fino al 2050, gravando ulteriormente il pesante onere territoriale e ambientale», aggiungono le associazioni ambientaliste.

«Ancora una volta -. conclude il comunicato – non si è ricercata una soluzione che consideri integralmente gli aspetti economici, energetici e ambientali, in linea con la logica dell’economia circolare, della transizione ecologica, delle sinergie e simbiosi industriali che occorre attuare alla luce delle soluzioni razionali e delle emergenze ambientale e politica che impongono il miglior uso delle risorse».

 

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