È in corso l’iter dell’accordo di programma per l’ampliamento e potenziamento del comprensorio sciistico Presolana-Monte Pora. Nell’ambito della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) le associazioni Italia Nostra sezione di Bergamo, Legambiente circolo di Bergamo e WWF Bergamo-Brescia avanzano a Regione Lombardia precise richieste su due delle dieci azioni previste dal progetto. Non una “bocciatura”, dunque, ma osservazioni relative a un approfondimento tecnico-scientifico sulla raccolta delle acque per l’innevamento artificiale e, come prescrizione di compensazione e mitigazione ambientale, uno stop alla realizzazione di nuove piste e impianti di risalita.
L’Accordo di programma coinvolge le amministrazioni pubbliche (in prima linea, le Comunità montane Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi e i Comuni di Castione della Presolana, Costa Volpino, Rogno e Songavazzo) di uno dei comprensori più frequentati della Bergamasca per il turismo invernale, attrezzato con 6 piste e 6 impianti di risalita (Presolana) e 26 piste e 8 impianti di risalita (Monte Pora).
Le associazioni ambientaliste – pur apprezzando «il forte ridimensionamento rispetto al progetto iniziale datato 2014 (i nuovi bacini di raccolta dell’acqua passano infatti da 7 a 2, oltre all’ampliamento di un bacino esistente, con nuovi volumi ridotti da 165 a 35 mila metri cubi) e la volontà di potenziare il turismo estivo – esprimono preoccupazione sulla compatibilità della pratica dell’innevamento artificiale rispetto agli attuali scenari di aumento delle temperature, di riduzione delle precipitazioni, anche nevose, e di grave siccità che sta determinando forti criticità in tutta Regione Lombardia (i dati Arpa hanno denunciato una carenza di 2 miliardi di mc di acqua) e anche nella bergamasca con gravi ripercussioni sull’agricoltura e negli approvvigionamenti di acqua potabile, come ampiamente riportato anche dalla stampa locale».
Le associazioni chiedono, pertanto, che «per garantire l’innevamento artificiale non venga utilizzata l’acqua destinata agli acquedotti, che venga escluso esplicitamente l’utilizzo di additivi chimici (dannosi per la flora, la fauna e la salute umana) e che il Rapporto Ambientale sia integrato con uno Studio idrogeologico profondo – ad oggi completamente assente – per verificare l’eventuale impoverimento delle sorgenti esistenti, la riduzione del flusso ecologico dei corsi d’acqua a valle, tenendo conto anche delle derivazioni idroelettriche e le interferenze ambientali prodotte degli scavi per le tubazioni connesse ai nuovi bacini».
Le associazioni Italia Nostra, Legambiente e WWF sottolineano, infine, «come sia anacronistica qualunque iniziativa che, stante l’attuale crisi ambientale, preveda consistenti consumi di energia e di acqua e proprio per questo chiedono che in futuro non sia consentita la realizzazione di nuove piste da sci e nuovi impianti di risalita».