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Istruzione: tengono gli istituti superiori nelle Valli. A rischio l’autonomia scolastica di Leffe

Questa mattina all’auditorium Ermanno Olmi di via Sora si è svolto un incontro organizzato dalla Provincia – Servizio Istruzione e Programmazione della rete scolastica, che ha convocato il Tavolo tecnico provinciale per un confronto finalizzato alla programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2024/2025. Nel corso dell’incontro sono stati presentati il report sull’andamento delle iscrizioni per l’anno scolastico 2023/2024, e l’analisi occupazionale (realizzata in collaborazione con l’Osservatorio del Mercato del lavoro della Provincia), insieme alla proposta di dimensionamento/offerta formativa per il prossimo anno scolastico 2024/2025.

In particolare sono costanti i numeri dei ragazzi nelle scuole delle nostre valli: lieve aumento nei licei e negli istituti tecnici. Un nuovo corso dedicato all’automazione partirà il prossimo anno all’isis Valseriana di Gazzaniga. A rischio l’autonomia scolastica dei paesi di Leffe e Peia a partire dal 2025, a causa della flessione nel numero di studenti.

I dati sulle iscrizioni al primo anno delle scuole superiori statali e istituzioni formative sono aggiornati allo scorso febbraio e riguardano la prima scelta di 11.282 ragazzi per l’anno scolastico appena iniziato. Rispetto all’anno scorso si registrano complessivamente 47 iscrizioni in meno, tendenza questa destinata ad aumentare nei prossimi anni se si osservano i dati dell’anno scolastico 2022/2023 degli studenti che frequentano la scuola primaria. Il confronto con l’anno 2022/2023 indica un lieve aumento di iscritti nei licei e negli indirizzi tecnici, e un calo nei percorsi professionali e negli IeFP (Istruzione e formazione professionale), dato che potrebbe variare in positivo se viene replicato l’andamento dei frequentanti dello scorso anno scolastico, nel quale si è verificato uno scostamento in aumento di oltre 30% di alunni tra iscritti iniziali e reali frequentanti. Tra i licei le iscrizioni aumentano per l’indirizzo Scienze umane. Nei percorsi professionali, in controtendenza rispetto agli altri indirizzi, cresce l’indirizzo Servizi per la sanità e l’assistenza sociale, mentre nei percorsi tecnici crescono l’indirizzo Amministrazione, finanza e marketing e quello di Turismo.

L’analisi occupazionale si è concentrata sugli studenti che hanno terminato gli studi negli ultimi 3 anni scolastici 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022. Per quanto riguarda le istituzioni scolastiche l’andamento è positivo; la percentuale di ragazzi che ha trovato un lavoro al termine della scuola è circa il 52% (13674), di cui circa il 66% ancora attivi al 03/07/2023, data ultima di rilevazione. Il 40% (5530) di coloro che ha trovato occupazione (13674) proviene da un percorso tecnico, il 33% (4525) da percorsi liceali, il 21% (2890) da percorsi professionali e il restante 5% (729) dai percorsi IeFP nelle scuole statali. Tra i tipi di contratto maggiormente stipulati nella prima occupazione domina il tempo determinato con il 39%; il confronto tra la prima e l’ultima occupazione tuttavia mantiene il trend di incremento delle assunzioni a tempo indeterminato (+92%). D’altra parte, diminuisce il ricorso ai contratti del tirocinio (-65%), apprendistato per qualifica e diploma professionale (-30%), lavoro a tempo determinato (-10% circa) e lavoro intermittente (-8% circa) . Il tempo di attesa della prima occupazione dal diploma/qualifica è inferiore a 6 mesi per poco più della metà dei ragazzi. Nelle istituzioni formative i qualificati sono 5721 nel triennio considerato, di cui circa il 59% (3400) ha proseguito con il 4° anno di studio, il restante 2321 (circa il 41%) ha concluso il percorso al 3° anno, dei 2321circa il 93% (2153) ha trovato almeno un’occupazione. I diplomati delle Istituzioni formative sono 3289 di cui circa il 73% (2391) ha trovato almeno un’occupazione. I tipi di contratto e i tempi di attesa non si discostano dalle istituzioni scolastiche: anche qui per il primo impiego la prevalenza è il tempo determinato con notevole incremento dell’indeterminato se si confrontano prima e ultima occupazione, e il 55% ha atteso meno di 6 mesi per trovare lavoro. Dimensionamento e offerta formativa.

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