Più responsabilità per gli escursionisti che frequentano le montagne lombarde. È quanto prevede uno dei punti del progetto di legge ordinamentale 2024 (PDL 68) approvato martedì 9 luglio dal Consiglio regionale lombardo. In particolare, è stato aggiornato il comma 6, articolo 4 della legge regionale 27 febbraio 2017, n. 5 (Rete escursionistica della Lombardia e interventi per la valorizzazione delle strade e dei sentieri di montagna di interesse storico), in favore di una fruizione consapevole e informata dei percorsi compresi nella Rete escursionistica delle zone montane, al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità di chi frequenta la montagna.
Il Cnsas Lombardo – Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico – ha lavorato a lungo, assieme a Regione Lombardia, per trovare soluzioni alla questione, annosa, della responsabilità sui sentieri. Uno dei principali compiti istituzionali del Cnsas è infatti proprio quello di informare e mantenere alta l’attenzione sull’importanza della prevenzione e sul senso di responsabilità personale; un principio descritto anche nel DDL “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, nell’art. X, comma 1, in cui si fa riferimento alla fruizione consapevole e informata dei percorsi, al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità degli escursionisti.
«L’assunzione del rischio è un tema davvero importante, che negli ultimi anni si è un po’ perso di vista – ribadisce Luca Vitali, presidente del Cnsas Lombardo -. Oggi sembra che tutto sia dovuto e, in qualche misura, tutto ciò che accade sia sempre da imputare a qualcun altro».
«Chi programma un’attività o un itinerario ha il dovere di essere consapevole – per sé e anche per le persone che fanno parte del gruppo, soprattutto se si tratta di minorenni – di una serie di elementi, tra cui le caratteristiche morfologiche del territorio, le variabili ambientali e climatiche, le proprie competenze tecniche, la preparazione fisica e mentale, attrezzatura e abbigliamento appropriati, le difficoltà e la portata dei possibili rischi», aggiunge il Soccorso alpino.
«L’auspicio è che si proceda nella stessa direzione, verso la promozione di una frequentazione informata e consapevole della montagna e dei sentieri, nel rispetto del patrimonio naturale montano, della biodiversità e dell’unicità degli ecosistemi, della tutela della cultura, del turismo e del paesaggio, per la sicurezza dei cittadini».
L’emendamento che responsabilizza i frequentatori delle reti escursionistiche è stato proposto dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini. «Ci ha guidato il buonsenso – spiega -, ma siamo forti anche del confronto e delle istanze che abbiamo raccolto grazie alla collaborazione con Ersaf, Cai, Guide Alpine e Soccorso Alpino. Non possono essere imputati ad altri i rischi e i danni che derivano dalla negligenza, imprudenza e imperizia di chi frequenta la montagna senza le dovute attenzioni. Chiunque intraprende un percorso della rete escursionista lombarda lo fa sotto la propria responsabilità. Se per esempio vai in montagna con gli infradito e ti fai male non puoi pensare che la colpa sia di altri. Dobbiamo ringraziare tutte quelle persone (parliamo perlopiù di volontari) ed enti a cui si deve l’attenta manutenzione dei nostri sentieri, in particolare il Cai. Questo principio di autoresponsabilità, grazie alla nostra iniziativa, sta entrando sempre di più nei quadri normativi, non solo lombardi ma anche nazionali, come nel caso del DDL Montagna».
«Il Soccorso Alpino, – conclude Zamperini – che svolge un ruolo encomiabile, ancora troppo spesso interviene a causa dell’atteggiamento incauto degli escursionisti. Se tutti noi possiamo permetterci di fruire in sicurezza della Rete Escursionistica Lombarda, è grazie all’incessante lavoro di gestione e manutenzione di sentieri e segnaletica da parte di volontari e guide alpine appartenenti a queste realtà. È proprio in un’ottica di riconoscenza e con l’obiettivo di sostenere sempre maggiormente la loro attività, che abbiamo ritenuto essenziale introdurre il concetto di autoresponsabilità in montagna, tutelando, e sgravando gli enti gestori e manutentori della rete escursionistica lombarda, dalle conseguenze civili e penali di infortuni causati dalla negligenza dell’escursionista. Un traguardo importante, che contribuisce alla promozione di una nuova cultura della sicurezza in montagna, fondata su un comportamento consapevole e autoresponsabile».