Apertura di caccia difficile per il mondo venatorio lombardo. Nella giornata di giovedì le sigle animaliste Lac, WWF, Lipu, Lav, Lndc Animal Protection hanno presentato un ricorso al Tar di Milano, impugnando il calendario venatorio regionale. Regione Lombardia ha puntualizzato su cosa è consentito e cosa no dopo la decisione del Tar.
Nella mattinata di ieri, sabato 14 settembre, è stato notificato alle parti il decreto cautelare con cui il Presidente della Seconda Sezione del TAR Milano ha accolto l’istanza cautelare urgente presentata da diverse sigle animaliste, che chiedeva la sospensione del calendario nelle parti che “autorizzano l’apertura della caccia a tutte le specie avicole al 15 settembre 2024”. L’udienza di discussione è fissata per il 1 ottobre, giorno in cui si discuterà anche delle altre istanze cautelari.
“La caccia a tutta l’avifauna è sospesa -si legge in una nota nota regionale-; la caccia a Lepre, Minilepre, Coniglio selvatico e Volpe è consentita, come da calendario, dal 15 settembre; l’attività di prelievo degli ungulati è consentita secondo le disposizioni vigenti e l’attività di addestramento cani è consentita secondo le disposizioni del calendario venatorio. Poiché gli atti impugnati non riguardano gli istituti faunistico venatori a gestione privata, il decreto monocratico non si applica a tali istituti, ad eccezione dell’avifauna migratoria non allevata, per la quale il prelievo è sospeso”.
Il ricorso contro il calendario lombardo è stato assegnato alla seconda sezione del TAR Milano. Federcaccia, difesa dall’avv. Lorenzo Bertacchi e l’ANUU Migratoristi, difesa dall’avv. Pietro Balletti, sono già intervenute in giudizio e sosterranno la regione nel ricorso al Tar.