Si è svolto ieri (martedì 30 ottobre) l’interrogatorio di convalida dell’arresto del diciannovenne accusato di aver ucciso Sara Centelleghe, la diciottenne di Costa Volpino assassinata nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre. L’avvocato d’ufficio ha detto che il giovane «non si riesce a capacitare per quello che ha fatto. All’inizio c’è stata una colluttazione, forse si è spaventato, la situazione gli è sfuggita di mano. Lui stesso non riesce a capacitarsi e a capire perché l’ha fatto. È pentito, addolorato e molto provato».
L’interrogatorio si è svolto in una stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, riservata ai detenuti e al termine la giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto. Il diciannovenne dovrà rimanere in ospedale per una trentina di giorni prima di essere trasferito nel carcere di via Gleno.
Intanto è emerso un particolare che potrebbe spiegare il movente di questo delitto. Durante un sopralluogo nell’appartamento, i carabinieri hanno trovato un sacchetto contenente una trentina di grammi di marijuana. Gli inquirenti ipotizzano che la droga potesse essere merce di scambio tra il diciannovenne e l’amica diciassettenne di Sara che aveva trascorso con lei il pomeriggio e la sera in quell’appartamento.
Il giovane l’aveva invitata a scendere nel porticato della palazzina, ma poi era salito dai box interrati, probabilmente per non incrociarla. Aveva trovato la porta aperta e una volta all’interno aveva cominciato a rovistare, forse alla ricerca della droga. I rumori avevano svegliato Sara, che si era messa ad urlare. Forse questa sua reazione ha innescato il raptus omicida.