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Collegamento Colere-Lizzola, presentata un’interrogazione parlamentare

Il progetto di collegamento dei comprensori di Colere e Lizzola continua a far discutere. Negli ultimi mesi l’ipotesi di intervento ha suscitato attenzione da parte di cittadini, associazioni e amministratori. Ora la questione arriva anche in Parlamento in seguito a un’iniziativa del deputato di Alleanza Verdi Sinistra Devis Dori.

«Pochi giorni fa – annuncia l’onorevole Dori, deputato del gruppo AVS alla Camera dei deputati – ho presentato un’interrogazione sul progetto di collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola, in provincia di Bergamo, un’iniziativa che sta sollevando preoccupazioni ambientali e sociali».

Il progetto, presentato dalla Rsi srl (gestore degli impianti di risalita di Colere) il 24 luglio 2024, prevede la realizzazione di un traforo di 450 metri sotto il Pizzo di Petto, con la costruzione di impianti di risalita, funicolare e nuove piste da discesa. Il piano include anche la creazione di un bacino artificiale e l’innevamento artificiale lungo tutti i nuovi tracciati. Il progetto, però, sta suscitando una serie di critiche e resistenze per le sue implicazioni ecologiche. Nei giorni scorsi, si è schierato per il no anche il Cai di Bergamo. 

«L’area coinvolta dal progetto – sottolineano Giuseppe Canducci e Oriana Ruzzini, coportavoce provinciali di Europa Verde Bergamo – si trova all’interno della Zona speciale di conservazione (Zsc) Val Sedornia-Valzurio-Pizzo della Presolana, un Sito Rete Natura 2000, e fa parte del Parco regionale delle Orobie Bergamasche. Siamo critici così come numerose organizzazioni, tra cui la sezione provinciale del Cai, OrobieVive, Legambiente, Lipu, e Mountain Wilderness Lombardia o l’esperto di montagna Luca Rota , nonché vicini alla cittadinanza locale. Insieme a loro – sottolineano i rappresentanti provinciali di Europa Verde – esprimiamo forte preoccupazione per l’impatto devastante che il progetto potrebbe avere sull’ecosistema locale, mettendo a rischio flora e fauna. In particolare, l’intervento potrebbe compromettere l’ambiente carsico della zona e portare a un inquinamento da microplastiche causato dall’isolamento dei bacini di raccolta».

«Inoltre – sottolinea l’onorevole Dori – secondo la relazione geomorfologica e nivologica che abbiamo potuto studiare, il progetto presenta rischi di valanghe in più punti, tra cui la parte superiore di alcune piste da realizzare e gli sbocchi del traforo, creando un ulteriore rischio per la sicurezza degli sciatori e dei residenti»

«Dal punto di vista economico – continua sempre il deputato bergamasco – il progetto prevede una spesa di 70 milioni di euro, di cui 50 milioni derivanti da fondi pubblici, ma non è ancora chiaro se questo investimento possa essere giustificato in considerazione delle sfide future per l’industria sciistica. Le previsioni indicano che, entro 50 anni, la copertura nevosa sotto i 2000 metri diminuirà del 40%, rendendo ancora più oneroso il ricorso all’innevamento artificiale, che comporta costi annuali di 40-50 mila euro per chilometro di pista. A fronte di queste preoccupazioni, ho chiesto al Ministro competente quali iniziative intenda adottare per evitare lo sviluppo di un progetto che rischia di essere dannoso per l’ambiente e uno spreco di risorse pubbliche».

«L’ interrogazione -concludono Ruzzini e Canducci – si inserisce a pieno titolo in un ampio movimento di resistenza, che ha portato alla creazione del comitato TerreAlt(r)e e alla raccolta di oltre 8.400 firme per chiedere la cancellazione del progetto. Destagionalizzare il turismo vuol dire valorizzare il territorio e investire sulle sue risorse naturali con impegno e creatività. Devastando l’ambiente non si promuove certo un modello di sviluppo turistico lungimirante e sostenibile. Porteremo il tema anche in Consiglio regionale con il Consigliere Rosati, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra».

«Il futuro della montagna bergamasca è in gioco – evidenzia e conclude l’onorevole Dori – insieme alla cittadinanza ed alle associazioni locali chiediamo un ripensamento radicale del progetto, orientato alla diversificazione economica e sociale delle valli, al fine di preservare l’ambiente e favorire uno sviluppo armonioso e rispettoso del territorio».

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