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Come Bergamo truffa l’Inps

Oltre 1500 posizioni fasulle e un danno potenziale di 4,8 milioni di euro. Una truffa in piena regola, ai danni dell’Inps, attraverso la creazione di posizioni assicurative cui non corrispondono effettive posizioni di lavoro. E l’epicentro è Bergamo.

Il dati sono emersi dal Rapporto sule attività dell’Inps per il 2016, presentato alla Cisl Lombardia nei giorni scorsi. «Il fenomeno dei rapporti di lavoro fittizi, con la creazione di posizioni assicurative cui non corrispondono veri impieghi, è emerso circa 5-6 anni fa, legato inizialmente alle attività agricole del Sud. Dal 2014 si è spostato anche nei settori del lavoro dipendente e interessa oggi l’intero territorio nazionale», ha spiegato Gerardo Manzione, responsabile dell’attività di vigilanza di Inps in Lombardia.

L’individuazione ed il contrasto alla costituzione di rapporti di lavoro fittizi (creazione di posizioni assicurative in favore di soggetti che non svolgono alcun tipo di attività lavorativa) è, da diversi anni, una delle principali attività che vede coinvolto il corpo ispettivo dell’Istituto. La simulazione dei rapporti di lavoro è principalmente finalizzata alla fruizione di prestazioni non dovute, o al rilascio di permessi di soggiorno.

A Bergamo il sistema ha avuto tale successo che si è passati dai 518 casi e al milione 554 mila euro di danno del 2014, ai 955 casi per 2 milioni 865 mila euro dell’anno successivo, fino ai 1628 casi con 4 milioni 884 mila euro di danno per il 2016, quasi il 38% del totale registrato in regione.

Per anticipare i furbetti e stroncare le truffe sul nascere, Inps ha anche attivato un sistema di prevenzione dall’apertura di posizioni fantasma. Il nome, Frozen, è indicativo dell’attività: l’applicativo intercetta i flussi a rischio e congela i benefici. «Sono scelte condivisibili e opportune – dichiara Giacomo Meloni, della segreteria provinciale Cisl -, frutto di una sorveglianza positiva che dimostra con i dati la bontà del lavoro che si svolge da parte dell’Inps a Bergamo, per smascherare una minoranza di “furbetti” a tutela della maggioranza degli onesti».

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