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Blocco pensioni, a Bergamo in 60 mila attendono i rimborsi

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della perequazione automatica al tasso di inflazione programmato per gli anni 2012 e 2013, introdotto con la cosiddetta riforma Fornero per le pensioni superiori a tre volte il minimo, presto il Governo dovrebbe varare il decreto con modalità e tempi di restituzione delle somme dovute. Sono circa 60.000, su un totale di oltre 300.000, i pensionati bergamaschi che attendono una decisione circa il “rimborso” dei mancati aumenti. A costoro spetterà un “arretrato” pari a circa una mensilità e mezza di quanto percepiscono. È quanto emerge in una ricerca che la Fnp-Cisl ha prodotto a livello nazionale e tarato su ogni territorio.
Il blocco ha riguardato a Bergamo il 18% dei pensionati. Di questi il 94% sono uomini contro il 6% delle donne. Le pensioni coinvolte riguardano per l’84% la gestione dipendenti privati, contro il 16% del pubblico impiego. “A suo tempo avevamo sottolineato l’iniquità del provvedimento che, pur emanato in un momento di emergenza economico finanziaria, mirava unicamente a fare “cassa”. Non a caso venivano colpite le pensioni medio alte in modo da garantire allo Stato un risparmio certo, perché operato su una platea consistente di contribuenti pensionati”, afferma Michele Bettoni, segretario della Fnp-Cisl bergamasca.
“Bastava il confronto con noi sindacati. Peccato che per farlo capire al Governo sia dovuta intervenire la Corte Costituzionale”, prosegue Bettoni. Il segretario provinciale della Fnp aggiunge: “Oggi diciamo no a ipotesi di intervento sulle pensioni in essere, a partire dal ventilato ricalcolo con il sistema contributivo che imporrebbe una decurtazione inaccettabile per chi è andato legittimamente in pensione con le regole date, dopo 40 e più anni di lavoro”.

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Categorie: Notizie
Tag: Cisl, Pensioni, Sindacati

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