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Albino, canti e preghiere per ricordare Sara

Serata per Sara

Canti e preghiere, ad Albino, per ricordare Sara El Omri, la 19enne di Cene uccisa nei giorni scorsi a coltellate. Almeno un centinaio le persone che si sono radunate nel luogo dove è stato trovato il corpo della ragazza, lungo la pista ciclabile, a pochi passi dal capolinea del tram. Hanno risposto ad un appello lanciato su Facebook da Fabrizio Carrara, un cittadino di Albino. “Tutto è nato da un mio post sul gruppo ‘Sei di Albino se…’. Molti mi hanno invitato a creare l’evento: nel giro di un’ora già 80 persone mi chiedevano di fare questa cosa – ha spiegato –. Ultimamente si è creato un clima piuttosto teso: la nostra zona non è più un’isola felice come tanto tempo fa. Non è stato nulla di calcolato, ma una reazione emotiva. Sara poteva essere una cittadina albinese o di qualsiasi altra nazionalità, ma a questo punto non conta. Conta che una vita è stata spezzata a 19 anni in una maniera atroce”. Tanti i marocchini presenti, così come gli italiani. Ma le due bandiere sono state vicine per tutta la sera. “Siamo tutti umani, senza cittadinanza, perché questo crimine è senza cittadinanza, senza colore”, ha detto una donna che ha abitato vicino alla famiglia di Sara. Attorno alla fontanella della pista ciclabile, c’erano parenti, amici, conoscenti o anche solo chi si è sentito coinvolto emotivamente da quanto accaduto. Molte le persone con in mano la fotografia della ragazza. Anche la mamma di Sara, che ha voluto parlare, esprimere il suo dolore. La serata si è conclusa sotto i portici del municipio, dove molti si sono spostati in corteo. Spesso è stata scandita, urlata, la parola “giustizia”. “Dobbiamo camminare tutti insieme contro la violenza, contro gli assassini. Vogliamo la libertà, vogliamo i nostri figli che escono ed entrano con la testa alta, liberi. Chiediamo giustizia. Chiediamo al Governo, alle Forze dell’ordine di fare qualcosa”, ha detto uno dei rappresentanti della comunità marocchina in Val Seriana. “Questa tragedia poteva toccare a tutti noi: tutti noi siamo mamme, genitori. Non abbiamo più fiducia”, sottolinea ancora la vicina della famiglia di Sara. E aggiunge: “Questa tragedia si poteva evitare”. Ha voluto essere presente anche il parroco di Albino don Giuseppe Locatelli. Ha condiviso preghiere dell’Islam, passi della Bibbia, parole dei salmi. “Dio ci insegna quell’atteggiamento difficile del non vendicarsi, di non vendicare il sangue con il sangue. Però Dio dice che la bocca della terra si apre per gridare per il sangue che ha bevuto”, ha detto sotto la pioggia, circondato da molte persone coinvolte dalle sue riflessioni.

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