Della montagna si è dimenticata anche Expo, proprio la stessa montagna per la quale la legge dovrebbe disporre provvedimenti a favore (Costituzione, articolo 44, comma 3). Eppure oggi sono le “terre alte” a vivere le maggiori difficoltà e lo spopolamento che sta tornando a farsi sentire è solo uno dei tanti problemi.
Già nell’ultima puntata di Decoder si è ragionato sulla decrescita demografica; durante la trasmissione trasmessa il 25 novembre 2015 è stato portato il dato relativo alle nascite per l’anno 2015 presso l’ospedale Antonio Locatelli di Piario: al 25 novembre i bambini erano circa 390. Si stima che per la fine dell’anno il numero salirà sino a circa 440, valore di gran lunga sotto la soglia (500) indicata da Regione Lombardia per il mantenimento delle strutture ospedaliere sul territorio.
Un po’ in generale gli italiani fanno meno figli, ma in alta valle c’è anche un forte fenomeno di migrazione determinato principalmente dalla mancanza di lavoro.
“Una Livigno in valle di Scalve”: è la provocazione rilanciata di nuovo a Decoder, un estremo di quella defiscalizzazione (o detassazione) che potrebbe permettere un’inversione di rotta. Un modo di aiutare la montagna che potrebbe essere esteso a tutte le aree periferiche e di “vera montagna”.
Tra i temi sviluppati in studio anche l’importanza delle strade. Si è parlato della tangenziale di Cerete in quanto sembra vi siano novità importanti in merito a un probabile finanziamento. A proposito di collegamenti viari: è stato sviluppato l’argomento relativo alle strade agro-silvo-pastorali e di come siano importanti per chi vive e lavora in montagna.
In studio sono intervenuti tre sindaci: Angelo Dallagrassa di Oneta, Michele Vanoncini di Oltressenda Alta e Guido Giudici di Vilminore di Scalve (pres. Comunità Montana di Scalve). Hanno contribuito al dibattito, attraverso interviste pre-registrate il presidente del Parco delle Orobie Bergamasche Yvan Caccia e il sindaco di Valgoglio Eli Pedretti.