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Bollette meno care per la Fondazione «Cardinal Gusmini»

Una bolletta da 280 mila euro all’anno: roba da far svenire chiunque, se non si trattasse di una struttura sociosanitaria. La cifra, infatti, è quella mediamente sborsata dalla Fondazione «Cardinal Gusmini» di Vertova per coprire il fabbisogno energetico del complesso che ospita reparti e servizi. Una riduzione dei consumi, pertanto, va di pari passo con un risparmio di denaro. Per questo il Consiglio d’amministrazione ha deciso di puntare sulla cogenerazione per economizzare su entrambi i fronti.

«Si tratta di una decisione presa dal Consiglio di amministrazione sulla scorta di una valutazione dei costi relativi al consumo di energia elettrica e gas metano – spiega il presidente del Cda, Stefano Testa – . Nel corso degli anni, a seguito del miglioramento della qualità di vita dei nostri pazienti derivante dalla progressiva climatizzazione degli ambienti di degenza, le spese sono indirettamente aumentate. Al fine di ottimizzare questa voce ci siamo rivolti ad esperti del settore, i quali ci hanno proposto questa soluzione che consente un recupero dell’energia termica ordinariamente dispersa nell’ambiente trasformandola in energia elettrica o in acqua calda sanitaria».

Appunto, quella che viene definita «cogenerazione». Un sistema grazie al quale, in sintesi, è possibile la produzione di energia termica ed elettrica attraverso un unico impianto, alimentato da una sola fonte di energia primaria, nel caso della Fondazione il metano. «Normalmente – prosegue Testa – in una centrale termoelettrica, solo il 35% circa del combustibile è trasformato in energia elettrica. La parte rimanente, ossia il 65%, non viene utilizzata e finisce per disperdersi nell’ambiente sotto forma di calore, ovvero energia termica. Perché allora non recuperarla? È questo il principio di base della cogenerazione: con un solo impianto sia ha la doppia produzione di energia, basata sul riutilizzo di una delle due parti, altrimenti sprecata. La cogenerazione viene realizzata in particolari centrali termoelettriche, dove si recuperano l’acqua calda o il vapore di processo prodotti da un motore primo. In questo caso si ottiene un notevole risparmio di energia». E di denaro, aggiungiamo noi.

Infatti, i due impianti di cogenerazione installati a Vertova consentiranno alla Fondazione di spendere 85 mila euro in meno all’anno per la «bolletta» energetica. Di fatto, circa un terzo in meno rispetto alla cifra attuale. « Un risparmio certificato – sottolinea il presidente del Cda – perché l’impianto è collegato a un sistema informatico che rendiconta quelli che sono i minori costi». Inoltre, «l’investimento fatto verrà integralmente ripagato nei prossimi 4 anni e mezzo». «Il tutto – prosegue Testa – con un occhio di riguardo all’ambiente: invece che acquistare energia elettrica e gas metano dalla rete, con questo intervento possiamo produrre una quantità di energia elettrica e un recupero di quella termica con un ridimensionamento dell’inquinamento, quantomeno per quanta riguarda il nostro piccolo».

In concreto, la Fondazione ha installato un impianto da 90 KW al servizio del blocco che comprende Casa Serena, Nuclei Alzheimer, Comunità Psichiatriche, Centro Diurno, Sala Polivalente, Chiesa, Cucina, Lavanderia e Servizi Generali. Un altro impianto da 30 KW è invece a servizio della palazzina Hospice, Riabilitazione, Palestra e Ambulatori. I lavori sono stati effettuati tra luglio e ottobre.

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