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LAST AUTUMN’S DREAMS – Paintings

Nuovo lavoro per la band scandinava guidata dal cantante Mikael Erlandsson, attiva dal 2003 ed arrivata con questo nuovo disco al dodicesimo lavoro in 13 anni di attività. Molte cose sono cambiate dagli esordi, quando nella band militavano Ian Haugland, Mic Michaeli e John Leven degli Europe, poi ritornati alla casa madre al momento della reunion. Attualmente la band oltre ad Erlandsson alla voce e chitarra comprende il chitarrista Peter Pac Sodestrom ( che ha rimpiazzato il chitarrista dei Fair Warning, Andy Malecek ), il bassista Nalley Pahlsson ( Treat, Therion ), il batterista Jamie Borger ( Talisman, Treat ) e il tastierista/produttore Ulf Wahlberg.

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Come nelle precedenti releases siamo di fronte a del buon melodic rock di stampo scandinavo con alcuni momenti più mainstream, sulla falsariga di quanto fatto di recente da un’altra realtà scandi, i Degreed. “My Mistake To Make” apre il disco con una buona dose di melodia al servizio di un pezzo molto classico, mentre “Bring Out The Heroes” ha quel mood più “moderno” di cui parlavamo prima, che sfocia in un bel coro tra i più riusciti del disco ( non per niente brano scelto anche come singolo ). “Out Of Love” ci ricorda che per chi suona melodic rock i Journey rimangono sempre tra i signori del genere, mentre “Too Late” si aggiudica probabilmente la palma del miglior brano del disco, melodic rock alla massima potenza da ascoltare su una decappottabile in una calda giornata d’estate. Non può mancare la ballatona di turno, “Take It On the Run” è la cover del classico dei Reo Speedwagon, una versione abbastanza standard ma nel complesso ben fatta, con un buon lavoro di Sodestrom alla chitarra. Pollice su anche per “Wont’ cha Stay The Night” e “An Eye For An Eye”, altri due esempi di come i LAD abbiamo ormai una precisa identità. La voce di Erlandsson non è una di quelle che ti lasciano a bocca aperta,  ma grazie anche ad una buona dose di mestiere riesce sempre a districarsi abbastanza bene. Chiusura affidata a “Rock Star Crazy”, altro esempio di come il melodic rock possa coniugarsi abbastanza bene a sonorità anche più “moderne” senza per questo snaturarsi troppo. Una produzione un pochino più “rotonda” avrebbe giovato al disco, che comunque rimane tutto sommato di buon livello.

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Antenna 2 Tg 08 02 2016