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25 aprile, a Colzate ricordato il mitragliamento del treno

25 aprile, Festa della Liberazione: dall’incubo nazifascista, ma anche dall’orrore della guerra con il suo carico di miserie, devastazioni, tragedie. Come la strage ricordata oggi a Colzate: il mitragliamento del treno della Valle Seriana, avvenuto il 29 gennaio 1945. Un’installazione, posta a fianco della pista ciclabile, aiuterà a non dimenticare, facendo di un luogo di svago anche un luogo della memoria.

L’opera inaugurata oggi consiste in 24 steli di metallo, rossi, disposti su due file parallele. Il numero ricorda le prime vittime (altre ce ne furono nei giorni successivi alla strage), la disposizione rappresenta i binari. Il nome scelto è «Memoriale 29 gennaio 1945». L’installazione è stata ideata dall’artista Francesco Lussana e poi realizzata grazie al contributo di alcune aziende del posto (il Comune non ha sborsato un euro).

Le autorità presenti
Le autorità presenti

Alla cerimonia, oltre alla prima cittadina di Colzate Adriana Dentella, c’erano il senatore Nunziante Consiglio, il sindaco di Albino Fabio Terzi in rappresentanza della Provincia, sindaci e amministratori della zona. Accanto a loro anche Immacolata Marcassoli, che scampò alla strage: «Ho avuto la fortuna di salvarmi – ha raccontato –. Pensavo proprio di morire, non mi sono mossa per niente, ero sul mio sedile e pensavo “qui per me è finita”». Invece, la vita le ha concesso di arrivare fino ad oggi per condividere i suoi ricordi.

Chi invece non sopravvisse fu il macchinista del treno, Mario Folsi, che morì dopo parecchi giorni di sofferenza lasciando la moglie e due figli (una di loro, Caterina, oggi era presente alla cerimonia). La sua è una di quelle storie che ti prendono allo stomaco per come il caso, a volte, sa essere crudele. L’ha raccontata Mino Brignoli, figlio del macchinista che quel 29 gennaio doveva essere sul treno: «Mio padre prese un giorno di vacanza per andare al funerale dell’arciprete di Clusone (monsignor Attilio Plebani, ndr). Il signor Folsi, il suo fuochista, aveva da poco passato gli esami da macchinista ed era contento che stesse a casa per poter per una volta condurre lui il treno. È stata la giornata più tragica della sua vita».

Il sindaco con l'artista Francesco Lussana
Il sindaco con l’artista Francesco Lussana

Chissà quante storie come questa hanno viaggiato su quel treno. Molte, ormai, sono state inghiottite dal tempo. Lo ha sottolineato anche Alessandro Segna, presidente della Commissione biblioteca di Colzate, che in questi anni ha svolto un prezioso lavoro di ricostruzione dei fatti: «Questo memoriale si pone a compimento di un percorso di riscoperta e riappropriazione storica di un avvenimento che per certi versi è stato trascurato e dimenticato negli anni – ha detto –. Io credo che un’installazione così evidente sia una sorta di risarcimento nei confronti della storia per questa nostra mancanza. E questo soprattutto a favore delle nuove generazioni, che già vedono la seconda guerra mondiale come qualcosa di estremamente lontano nel tempo. Un giorno, purtroppo, non avranno più il beneficio della testimonianza preziosa di coloro che questa esperienza l’hanno vissuta, ma si spera che passando di qua possano interrogarsi su cosa accadde e cosa rappresenta questo memoriale». Significativo, in questo senso, che il taglio del nastro sia stato affidato alla sindaco dei ragazzi, Elisa Meni.

Cosa accadde quel 29 gennaio 1945 lo racconta bene il pannello posto accanto all’installazione, inaugurato in occasione del 70° anniversario del mitragliamento (qui si può trovare una ricostruzione molto dettagliata). Quattro cacciabombardieri alleati P-47 Thunderbolt, appartenenti al 27th Fighter Group, si alzarono in volo dalla pista di decollo dell’aeroporto di Pontedera (Pisa). La missione prevedeva di colpire obiettivi strategici nella zona di Lecco, ma la foschia non permise di portarla a termine. I piloti, sorvolando Colico, individuarono più tardi una colonna di autocarri militari sulla quale sganciarono 6 delle 8 bombe a disposizione. Si diressero quindi verso sud fino ad attraversare i cieli della Val Seriana. Stando al resoconto ufficiale, il treno venne scambiato per un convoglio militare: gli aerei fecero fuoco quando la motrice arrivò nei pressi del passaggio a livello di Colzate. Fu una carneficina.

Foto di gruppo con chi ha reso possibile il Memoriale
Foto di gruppo con chi ha reso possibile il Memoriale

«Volevamo realizzare un memoriale, un ricordo sempre visibile di quello che è successo – ha detto il sindaco di Colzate Adriana Dentella –. Ci sembrava doveroso lasciare una testimonianza per le generazioni future, proprio perché si conoscesse questa pagina di storia, che dal punto di vista bellico non è proprio edificante e che ha avuto un epilogo tragico per le persone della nostra valle. L’amministrazione comunale ha quindi osato bussare alle porte delle nostre aziende e la risposta è stata immediatamente positiva. Questo dimostra che l’appartenenza a una comunità si realizza anche con gesti concreti». Dopo la benedizione del parroco don Paolo Biffi, la prima cittadina ha anche consegnato le Medaglie d’onore ai familiari dei deportati nei campi nazisti.

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