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Il Rostrato Rosso, un mais da tutelare

Un altro passo avanti verso la tutela del Mais Rostrato Rosso di Rovetta. Oggi si è tenuta la pubblica audizione per l’iscrizione nel Registro nazionale delle varietà da conservazione. Un appuntamento che è servito anche per far il punto sul percorso di valorizzazione portato avanti fin qui e sulle prospettive future.

«Il cammino è iniziato molti anni fa grazie a un’attività sinergica fra diversi soggetti, a partire dall’associazione “Rosso Mais”, l’Amministrazione comunale, gli agricoltori e tutti quelli che vogliono contribuire alla valorizzazione, alla conservazione, alla promozione del Mais rostrato rosso di Rovetta – spiega il sindaco Stefano Savoldelli –. Oggi si è tenuta la pubblica audizione, come da norma regionale, affinché si possa inoltrare la domanda al Ministero delle Politiche agricole per essere inseriti nel Registro nazionale delle varietà da conservazione».

Un momento della pubblica audizione di oggi
Un momento della pubblica audizione di oggi

Se da Roma arriverà il via libera, il Mais Rostrato rosso potrà avvalersi di un’ulteriore certificazione di garanzia, dopo la De.Co. (Denominazione di origine comunale) del 2011, grazie alla quale la varietà ha ottenuto «una sorta di carta d’identità dal punto di vista scientifico e un disciplinare di come uno può coltivare, raccogliere e lavorare questo tipo di mais – aggiunge il sindaco –. Tengo a sottolineare che, come da disciplinare, il Rostrato Rosso potrà essere coltivato non solo a Rovetta, ma in tutto l’altopiano della Conca della Presolana fino a Clusone».

La giornata di oggi ha rappresentato la conclusione del processo di valutazione della domanda di iscrizione al Registro nazionale delle varietà da conservazione. L’associazione “Rosso Mais”, supportata dal contributo scientifico di  Paolo Valoti del Centro di maiscoltura di Stezzano, ha presentato la richiesta alla Regione, cui spetta la valutazione tecnico-amministrativa del dossier. Sono stati presi in esame diversi documenti e, dopo la riunione pubblica di oggi, tutto l’incartamento passerà al Ministero, che dovrà dire l’ultima parola.

Un altro scatto dell'incontro
Un altro scatto dell’incontro

«Nel Registro nazionale – spiega Laura Ronchi, della direzione generale Agricoltura di Regione Lombardia – sono iscritte quelle varietà che hanno un’importanza notevole a livello locale e rischiano di sparire. Grazie a una normativa prima europea, poi nazionale e quindi regionale, vengono tutelate con l’obiettivo di mantenere la biodiversità». L’iscrizione al Registro «garantisce chi coltiva e chi acquista il prodotto finale. Inoltre, significa che alle spalle di queste varietà c’è un lavoro di studio a livello scientifico».

L’associazione «Rosso Mais» ha voluto sulla locandina che pubblicizzava l’evento di oggi un’immagine del cubo di Rubik, «per la complessità del lavoro che stiamo portando avanti e anche per simboleggiare la quantità di obiettivi ancora da raggiungere», sostiene la presidente Donatella Scandella. Ora c’è l’ambizione di coinvolgere i giovani, «far capire ai ragazzi che anche l’agricoltura può essere un’attività redditizia e gratificante. I terreni di montagna sono relativamente poco estesi, purtroppo, e il ricambio generazionale è la strada da seguire».

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