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Scovati dodici “finti poveri” tra Rogno e Costa Volpino

Ricevevano contributi sociali al posto di chi ne aveva giustamente diritto incassando assegni famigliari o usufruendo di agevolazioni. Dodici persone residenti tra Rogno e Costa e Volpino sono finite nei guai dopo essere state scovate dagli uomini della Brigata della Guardia di Finanza di Costa Volpino comandata dal Luogotenente Matteo Cattedra. Le situazioni irregolari di indebita percezione di contributi sociali da parte di soggetti che hanno falsamente attestato una situazione economico-finanziaria di indigenza sono state scoperte tra il 2015 e i primi mesi di quest’anno.

Guardia di FinanzaPer aderire al fondo sostegno affitti, incassare assegni per il nucleo familiare con tre minori, assegni di maternità o per usufruire di servizi scolastici avevano dichiarato il falso. Tra i dodici “finti poveri” (di cui sette stranieri e cinque italiani) dipendenti, lavoratori autonomi e anche un imprenditore titolare di un’impresa di serramenti e infissi per costruzioni civili e industriali completamente sconosciuta al fisco, imprenditore che ha pensato di rivolgersi a un comune dell’alto Sebino, autocertificando una situazione economica tale da permettergli di vedersi erogati contributi per prestazioni sociali agevolate riguardanti assegni mensili per il nucleo familiare con tre figli minori, per 1.833,26 euro. Sempre la stessa persona due anni prima aveva dimenticato di inserire nella dichiarazione la proprietà di un appartamento intestato alla figlia minore e il patrimonio netto della propria impresa beneficiando comunque dell’analogo contributo.

Guardia di FinanzaOltre ai provvedimenti di natura penale, con la denuncia alla locale Procura della Repubblica di Bergamo per il reato di omessa dichiarazione di ricavi derivanti dalla propria attività imprenditoriale non dichiarata e per la distruzione e occultamento delle scritture contabili obbligatorie, si è proceduto anche alla comunicazione agli organi competenti per “uso di atto falso” e “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”, al fine del recupero dei contributi indebitamente percepiti. Per questo potrebbe essere richiesto il sequestro per equivalenza dei beni personali e dell’azienda.

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