Due anni possono essere un lasso di tempo molto lungo per una band, soprattutto come nel caso dei The Treatment possono significare cambiamenti significativi e importanti. Ritroviamo infatti la band di Cambridge, Uk, due anni dopo la pubblicazione dell’ottimo “Running With The Dogs” con un nuovo lavoro e tante cose nuove: l’etichetta discografica, la formazione cambiata per due quinti, l’immagine e parzialmente anche le sonorità. Un vero e proprio terremoto che fortunatamente non ha inciso in maniera negativa sulla band, anzi…Salutati il cantante Matt Jones e il chitarrista Ben Brookland, i nostri non si sono persi d’animo e hanno risistemato la formazione con l’ingresso del chitarrista Tao Grey e del cantante Mitchell Emms, firmando poi per il nuovo album con la sempre attenta Frontiers Records.
Come si può vedere bene anche dalla foto c’è stato anche un netto cambio d’immagine, via capelli lunghi e t-shirt dei Guns N’ Roses e dentro capello corto e look total black tra Clash, Sex Pistols e un certo dark inglese degli anni ’80. Alla fine però quello che non è cambiato più di tanto è il sound, anche se certe sfumature di classico sleaze rock di derivazione americana dei primi dischi sono praticamente sparite per lasciare posto ad un approccio più british. Quello che non è cambiato per niente invece è la botta che i The Treatment riescono a dare, perfettamente in linea con le due precedenti releases. “Let It Begin”, scelta anche come primo singolo è da questo punto di vista la perfetta summa di quello che il quintetto britannico è attualmente, rock’n’roll ad altissimo voltaggio costruito su riff spaccasassi e in cui si staglia l’ottima voce del nuovo arrivato Mitchell Emms, cantante dotato di una timbrica meno “sporca” del suo predecessore ma con un gusto melodico superiore. Cantante che ha modo di esprimere tutto il suo potenziale in “The Devil”, mid tempo che mi ha ricordato una grande band britannica del passato, i Little Angels. Sparata a mille all’ora è invece “Tell Us The Truth” con la sezione ritmica formata da Dhani Mansworth alla batteria e Rick Newman al basso in evidenza, a seguire abbiamo la title track “Generation Me” giocata molto su un classico riff anni ’80 e che sfocia in un ritornello molto azzeccato. Arriviamo così alla traccia numero cinque dove troviamo un autentico gioiellino che risponde la nome di “Backseat Heartbeat”, attuale singolo con realativo video che potete vedere sotto: intro quasi sleaze southern ( Asphalt Ballet ?? ) con giro iper melodico e un ritornello tra i migliori sentiti da mesi a questa parte con parte solista centrale in pieno omaggio ai Thin lizzy…insomma un pezzo bomba. Ma è un attimo perchè i nostri ripartono a tutta velocità con “Cry Tough” altro rock’n’roll senza compromessi tra gli AC/DC del periodo Bon Scott e gli Airbourne più ispirati. Meritevoli di menzione anche altre bordate come “I Know She Knows”, “Bloodsucker” ( la più melodica del lotto dopo la già citata “Backseat Heartbeat” ) e la conclusiva “Light The Sun”. Da segnalare che la versione giapponese del disco include una versione per solo piano e voce di “Backseat Heartbeat”, vera chicca per intenditori. Massimo dei voti per il ritorno dei The Treatment, se ne avete l’occasione andate a vederli dal vivo, una vera macchina da guerra come dimostrato recentemente sul palco del Frontiers Festival.