Album of the week

Foghat – Under The Influence

Nati all’inizio degli anni ’70 dalle ceneri di un’altra band britannica di grosso successo, i Savoy Brown, i Foghat pubblicano il loro nuovo album con quella che da qualche tempo è diventata la formazione base, dopo la morte del chitarrista e cantante Dave Peverett avvenuta nel 2000.

Foghat_band

Alla voce e chitarra troviamo da qualche anno Charlie Huhn, già visto con Ted Nugent, Victory, Gary Moore e Humble Pie, che insieme all’altro chitarrista Bryan Bassett, al bassista Craig Mc Gregor ( entrato in formazione nel 1976 ) e all’unico componente originale rimasto, il batterista Roger Earl, portano avanti con convinzione quello che è sempre stato il suono dei Foghat, un  boogie rock blues con forti venature sudiste che molte volte ha fatto pensare a loro come una band del sud degli States, e non come un gruppo britannico. Questo nuovo lavoro è nato in uno studio della Florida nel 2013 e ha visto durante le varie sessioni di registrazione la presenza di numerosi ospiti che hanno dato il loro contributo al prodotto finale che è stato reso possibile anche al finanziamento dei fans tramite la piattaforma Pledge Music, un sistema di cui abbiamo già parlato e che ultimamente sta sempre più prendendo piede. Di fatto il disco esce per l’etichetta della band, anche se è prevista una prossima release per una label europea. Si parte subito in quarta con la title track, boogie rock guidato dalla slide di Bassett e che si avvale della presenza alla chitarra del fondatore dei Savoy Brown Kim Simmonds, presente anche nella bluseggiante “Upside of Lonely” e nella scatenata “Made Up My Mind”, altro boogie rock che profuma di sud degli States. “Knock it Off” è un hard rock muscolare con un grande Charlie Huhn a guidare il quartetto in uno dei momenti migliori dell’intero lavoro. Si torna a respirare l’aria del delta con “Ghost”, impreziosita dalla slide di Bassett e da un’altra ottima prova di Huhn. Blues purissimo invece in “She’s Got a Ring in His Nose”, con ospite speciale alla voce e chitarra Scott Holt. La lista di ospiti illustri continua con la bellissima voce di Dana Fuchs che duetta con Huhn nel classico di Marvin Gaye ”  I Heard It Through The Grapevine” ( versione molto riuscita ) e nel rock funky blues di “Honey Do List”, pezzo con un gran lavoro di chitarra da parte di Bassett, chitarrista dotato di un gusto notevole. Ultimo ospite ( ma non per importanza ) è il primo bassista della band Nick Jameson ( produttore anche di due dei dischi di maggior successo dei Foghat, “Fool For The City” e “Live ” ) che presta le sue quattro corde al trascinante boogie “Hot Mama” e alla conclusiva “Slow Ride”, il pezzo più famoso mai inciso dai Foghat, contenuto nel sopra citato album “Fool For The City”, e che in questa nuova versione non perde un grammo del suo fascino originale, probabilmente una delle più belle cavalcate del rock di ogni tempo. Gran disco, senza se e senza ma.

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