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L’ultimo maglio della Bassa Val Seriana

I suoi colpi facevano tremare Comenduno. Ora il Maglio Calvi non funziona più. Resta come testimonianza di un passato, macchina addormentata dopo secoli di lavoro. L’ultima rimasta in zona. Le altre sono sparite tutte. Come la tradizione che le ha alimentate.

Il Maglio Calvi si potrà riscoprire nei prossimi fine settimana. Il Museo etnografico della Torre di Comenduno ha pensato di allestire qui la sua tradizionale mostra d’autunno. «Abbiamo voluto valorizzare un manufatto, un edificio importantissimo per la storia di Albino e della Val Seriana – spiega Franco Innocenti, vicepresidente dell’Associazione Amici del Museo -. Mostriamo l’ultimo maglio rimasto dei tanti che esistevano nella bassa Val Seriana».

L'edificio che ospita il maglio come si presenta oggi
L’edificio che ospita il maglio come si presenta oggi

Oltre che per l’industria tessile, infatti, la valle del Serio in passato era conosciuta anche per le produzioni in metallo. «A Desenzano e Comenduno erano attivi diversi magli – prosegue Innocenti -. Nel 1400 si nominano fabbricazioni di spade, di sciabole, di lance, di falci e di forbici».

Proprio la produzione di forbici nel tempo si ritaglia uno spazio sempre più rilevante. «Era talmente importante che il prezzo unitario era molto più alto di quello delle spade. Ad esempio, ritroviamo le forbici anche in mano al sarto dipinto da Giovan Battista Moroni nel famoso quadro esposto alla National Gallery di Londra. Sicuramente erano forbici fabbricate sul posto, dato che da Albino venivano pure esportate».

Il canale che alimentava il maglio
Il canale che alimentava il maglio

Questo tipo di produzione viene ricordata fino agli ultimi anni del Settecento. Se ne impone presto un’altra: quella del filo di ferro. «Proprio ad Albino, nel Settecento, la Repubblica di Venezia concede un privilegio particolare a due imprenditori locali che hanno impiantato una fabbrica di filo di ferro», sottolinea Innocenti.

La ruota della storia gira inesorabile. Con l’arrivo di Napoleone, le fucine della Bassa Val Seriana iniziano a dedicarsi alla fabbricazione di orologi da torre. «Iniziato dai Memi, famiglia albinese, ai primi dell’Ottocento, questo tipo di produzione dura ininterrottamente fino al 1970».

La copertina del libro dedicato al Maglio Calvi
La copertina del libro dedicato al Maglio Calvi

«Il Maglio Calvi – spiega ancora Franco Innocenti – era un cosiddetto maglio piccolo. La forza dell’acqua veniva sfruttata per la fabbricazione di attrezzature: utensili da taglio e utensili agricoli. Una delle produzioni più importanti, inoltre, era quella delle vanghe».

La mostra allestita dal Museo della Torre si potrà visitare, in via del Maglio a Comenduno, tutti i sabati e le domeniche fino al 9 ottobre ( al mattino dalle 10 a mezzogiorno, il pomeriggio dalle 15,30 alle 18,30). Domenica 25 settembre saranno presenti i coltellinai bergamaschi che faranno una dimostrazione pratica di forgiatura. In occasione della mostra, è stato anche realizzato un volumetto: «La lavorazione del ferro nell’albinese e il Maglio Calvi di Comenduno».

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