Album of the week

Sweet Creature – The Devil Knows My Name

Gli Sweet Creature sono la nuova band di Martin Sweet, chitarrista dei Crashdiet, che in questo nuovo progetto si cimenta anche come cantante oltre che come chitarra solista. sweet-band

Insieme a lui troviamo il fratello Michael alla batteria ( Toxic Rose ), il bassista Tin Star ( Gemini Five ) e il chitarrista ritmico Linus Nirbrant ( This Ending ). Con i Crashdiet attualmente in stand-by, l’intento di Sweet è quello di poter pubblicare diverso materiale che, stando alle sue parole, non era adatto alla band avendo un tiro più hard rock e meno sleaze/glam. L’album si apre con “Not Like Others”, e in effetti quanti detto poco fa trova riscontro in un pezzo di hard rock quasi “moderno”, non troppo lontano da quanto fatto per esempio dai Sixx A.M, anche se nel caso degli Sweet Creatures la matrice sleaze è ben presente soprattutto nel ritornello. Sulla stessa falsariga si muove “Time To Move On”, mentre “Burning Midnight Oil” è un roccioso hard rock in cui possiamo apprezzare il lavoro di Sweet dietro il microfono, in un pezzo che mi ha ricordato non poco gli ultimi Ratt, quelli di “Infestation” per intenderci. La title track è uno dei brani più particolari del disco alternando parti semi acustiche a sferzate rock’n’roll che culminano in un trascinante solo di Sweet, rendendo il pezzo davvero riuscito. Che Sweet sia a suo agio come cantante lo si può capire anche ascoltando “Purpose in Life”, ballata abbastanza classica impreziosita anche in questo caso da un ottimo solo di Sweet. La seconda parte del disco è aperta da “Away From You”, probabilmente il brano più sleaze del lotto, non molto distante da quanto fatto dai Crashdiet e dagli Hardcore Superstar, seguito da “Our Moment”, gran bel pezzo di hard rock melodico, uno dei miei preferiti del disco, se vi piacciono le ultime cose dei Pretty Maids adorerete questo pezzo che verso il finale si concede persino un break quasi sinfonico…Andiamo verso la conclusione con “Fifteen Minutes”, rock’n’roll ad alto voltaggio con l’ospite Robin Sweet al pianoforte e con la conclusiva “Perfect Day” tra Gemini Five e hard rock scandinavo. Un disco molto vario che potrà piacere sicuramente ai fan dei Crashdiet ma non solo, avendo parecchie sfumature diverse che risultano interessanti anche per chi apprezza un approccio più melodico e meno sleaze.

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