Album of the week

HANDS OF DIMES – Raise

Non è mai troppo tardi per una bella rimpatriata, no ? Così devono aver pensato Nev MacDonald e Neil Garland, già compagni nella band gallese dei Kooga a metà anni ’80 e ora in pista con questo nuovo progetto chiamato Hand of Dimes.

Insieme a MacDonald ( voce e chitarra ) e a Garland ( tastiere e armonica ) troviamo Colin Edwards alla chitarra, Mark Maybry al basso e David Stephenson alla batteria. Preceduto da un ep di 5 pezzi è da poco uscito questo “Raise”, album di debutto del quintetto britannico che ha il merito di riportare sulle scene un grande cantante come MacDonald, che soprattutto con gli Skin ha scritto pagine importanti dell’hard rock d’oltremanica. L’album è aperto da “Guilty”, classico hard rock alla Whitesnake/Thunder impreziosito dall’armonica di Garland e da una grande prestazione di MacDonald, replicata nella successiva “Moonlight Mile”, splendido esempio di come si possa suonare “classici” senza essere scontati. “Stranger in my Hometown” vede ancora protagonista l’armonica di Garland e ha un flavour quasi zeppeliniano, mentre la successiva “Pinstriped Arrogance” è un altro ottimo pezzo di puro hard rock che non avrebbe sfigurato sul primo fantastico lavoro degli Skin. Con “Jacob’s Ladder” il livello si alza ulteriormente, un pezzo “notturno”, con il piano di Garland che accompagna lo straordinario MacDonald in una interpretazione sofferta e da pelle d’oca, quasi impossibile non farsi avvolgere dalla bellezza di una canzone come questa. “Drifter” ha un approccio “rurale” tra chitarre acustiche e armonica, una ballata atipica ma di grande fascino sulle tracce della tradizione del grande rock britannico di Free e Bad Company. Non manca però la ballata più tradizionale, “Angels & Demons”, scritta interamente da MacDonald e che si avvale di un bel finale in crescendo. che precede “Sail On”, altra grande canzone di puro hard rock a tinte seventies. Andiamo verso la fine e incontriamo “Another Sunday”, altra ballata costruita sul pianoforte di Garland con l’ennesima interpretazione super di MacDonald. Grande debutto per il quintetto britannico, se siete amanti delle sonorità e delle band sopra citate non fatevi assolutamente scappare questo album, che tra l’altro gode di un’ottima produzione a cura della band stessa.

 

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