Album of the week

BAD RADIATOR – IV

Giusto la settimana scorsa parlavamo di quante band escano ogni anno dai paesi scandinavi, e in modo particolare dalla Svezia. I Bad Radiator arrivano proprio da lì e giungono con questo “IV” al quarto album ( era facilmente intuibile eh.. ) della propria carriera. Alcuni dei membri della band facevano già parte dei Grace, gruppo attivo negli anni ’80 e che aveva conosciuto il momento di maggior successo grazie ad una canzone finita in una colonna sonora di un film svedese.

Nel 2012 nascono i Bad Radiator con Mikael Lundgren alla voce e tastiere, Klas Bergvall alla chitarra, Roger Hansson al batteria e Jan Persson al basso, e da allora sono stati pubblicati “Hypnotize” (2012 ), “Shanghai”  (2014), “Demons” (2016 ) e da poche settimane questo “IV”. Da dire subito che come i precedenti album anche questo è stato di fatto autoprodotto dalla band e che come i precedenti percorre sentieri molto particolari e difficilmente inquadrabili in un solo genere. Probabilmente proprio questa loro duttilità e varietà di genere rende difficoltoso un loro approdo ad una casa discografica “di genere”, come accade invece per moltissime altre band provenienti dai paesi scandinavi. Apertura del disco affidata a “Finish What You Started”, melodic rock di gran classe con un tocco vagamente progressivo, mi ha ricordato i Saga più ispirati. “You Drive Me Crazy” percorre i sentieri dell’AOR anni ’80 guidato dalla perfetta voce di Lundgren, suadente e calda al punto giusto, bello il solo di Bergvall, chitarrista dotato di un gusto notevole. “I Could Have Been Happy” rivela l’amore del quartetto svedese per i Toto, gran bella canzone con un vibe decisamente anche qui anni ’80. E se “Heartbeat” mi ricorda gli FM degli ultimi dischi, “Waiting For You” è un altro brano giocato sulla melodia più cristallina, che si avvale anche di un bel solo di tastiera di Lundgren. “Tell Me” è un mid-tempo giocato su un riff tanto semplice quanto accattivante, mentre “”Learn To Let It Go” ci ricorda come il pop degli anni andati fosse di gran lunga migliore di quello dei giorni nostri, un pezzo che sarebbe potuto essere pubblicato dai Mr. Mister, dagli INXS o dai Simple Minds dei tempi che furono. Non manca neanche il tipico sound west coast, qui ben rappresentato da “Lonely”, materia che i Bad Radiator conoscono molto bene, come dimostrato anche nei dischi precedenti. Si va verso la fine con “Gonna Be The One”, altro brano che mi ha ricordato i Saga più immediati, mentre la conclusiva “Save Me” è un altro esempio di come oggi si possa suonare AOR con evidenti richiami al passato senza per questo passare per sterili copie o nostalgici senza futuro. Un disco molto bello questo, che purtroppo paga il fatto di non essere pubblicato come dicevo all’inizio da qualche etichetta conosciuta, ma che potete fare vostro scrivendo direttamente alla band, ne vale assolutamente la pena.

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