Album of the week

RED DRAGON CARTEL – Patina

“Patina” è il secondo disco dei Red Dragon Cartel, la formazione che ci ha riconsegnato qualche anno fa il talento alla chitarra di Jake E Lee, che ii più attenti ricorderanno per diversi anni alla corte di Ozzy Osbourne e poi con i grandi Badlands.

In questa suo nuova avventura ha voluto alla voce l’ex batterista dei canadesi Harem Scarem, Darren James Smith, a cui si sono aggiunti per questa seconda release il bassista Anthony Esposito ( Lynch Mob ) e il batterista Phil Varone ( Saigon Kick, Skid Row ). L’album prodotto dallo stesso Lee insieme a Esposito, e mixato dal guru Max Norman, è abbastanza in linea con quanto proposto dal chitarrista con i Badlands, ovvero un robusto hard rock dalle venature blues che rimanda ai seminali Led Zeppelin tra gli altri, e che vede alleggerire di fatto la componente più heavy dell’album d’esordio a favore appunto di un approccio più “classico”. Si parte con “Speedbag”, poco più di tre minuti di hard dalle tinte quasi tribali, a cui fa seguito “Havana”in cui il paragone con i Badlands è davvero facile, Darren James Smith non è Ray Gillen ma se la cava egregiamente e il pezzo è davvero bello, con un solo di Lee di gran classe. “Crooked Man” ha un riff “grosso”che mi ha fatto pensare agli Alice in Chains, anche se poi il ritornello è decisamente melodico, se vi piacciono gli ultimi album dei Lynch Mob adorerete questo pezzo. Un paragone questo che trovo calzante anche per la successiva “The Luxury of Breathing” in cui fa la comparsa anche un armonica che tinge di tinte quasi southern il brano. “Bitter” è rock’n’roll puro e semplice e vede ancora Lee sugli scudi, mentre nella successiva “Chasing Ghosts” è la sezione ritmica a prendersi la ribalta, ottimo il lavoro di Esposito e Varone in un brano dal sapore quasi psichedelico. “A Painted Heart” è una ballata dal flavour zeppeliniano, non troppo lontana se vogliamo anche dai Greta Van Fleet. Si va verso la fine con le tre canzoni più lunghe del lotto, tra echi di Badlands ( “Punchclown” ), ancora Lynch Mob ( “My Beautiful Mess” ) e hard rock fumante ( “Ink & Water” ). Disco assolutamente consigliato a chi fa del classic rock il proprio credo, un lavoro che personalmente reputo superiore al seppur buon debutto.

 

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