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Trasporto scolastico, ancora problemi in Val Camonica

Ancora problemi con i pullman utilizzati dai ragazzi che frequentano le scuole di Breno, in Val Camonica. A sollevare il caso è l’Adiconsum di Bergamo, che ha scritto anche alle Province di Bergamo e Brescia.

L’ultimo episodio, nei giorni scorsi, ha coinvolto una decina di ragazze che avrebbero dovuto prendere il pullman delle 14,15 per Lovere e «che si sono viste negare l’accesso al mezzo dall’autista, perché il pullman era pieno», sostiene Adiconsum.

“Peccato – raccontano i genitori – che l’autista abbia fatto salire molti studenti residenti a Darfo che avrebbero dovuto prendere un altro pullman che parte qualche minuto dopo, e che arriva a fine corsa proprio a Darfo, e che le ragazze loveresi hanno dovuto lasciar passare. Lo stesso autista, alle richieste delle ragazze che sollevavano questo problema, con tono arrogante ha detto di arrangiarsi e di prendere quello successivo, che però parte solo alle 16. Sono così state abbandonate sulla pensilina per tre ore al freddo! Noi paghiamo 800 euro annui di abbonamento per avere questo servizio scandaloso! Non è la prima volta che succede, tra vetri rotti, guida pericolosa, partenze in anticipo per negligenza degli autisti».

Adiconsum sottolinea che già nei mesi scorsi aveva segnalato disagi sul servizio scolastico della zona, con svariati problemi emersi con l’avvio dell’anno di scuola. «Purtroppo i disagi continuano», sottolinea Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo. «Tenuto conto che il trasporto pubblico è di primaria importanza, specie per le fasce più deboli è necessario garantire un corretto svolgimento del servizio», si legge nella lettera che Adiconsum ha inviato, per conto anche dei genitori degli studenti, alle agenzie del trasporto pubblico locale delle province di Bergamo e Brescia, oltre che alla ditta. Viene anche richiesto un incontro.

L’azienda coinvolta, la Sav (Società autoservizi Visinoni), con sede a Costa Volpino, replica punto per punto in una lettera inviata alle due agenzie del trasporto pubblico locale, oltre che all’associazione dei consumatori. «Con l’avvio dell’anno scolastico – si legge – si erano verificati alcuni episodi di sovraffollamento, in quanto gli istituti scolastici non avevano ancora adottato gli orari definitivi e, pertanto, il numero di utenti sulle varie corse era molto variabile da un giorno all’altro, e tale variabilità non era certamente imputabile alle aziende di trasporto né tanto meno prevedibile dalle medesime. Una volta che gli istituti hanno adottato gli orari definitivi, si è provveduto a modificare il servizio di trasporto in modo da suddividere meglio l’utenza fra le varie corse e infatti il servizio è migliorato sensibilmente rispetto a quanto accaduto all’inizio dell’anno scolastico».

Quanto all’episodio messo in evidenza da Adiconsum, l’azienda sottolinea che «per risolvere la situazione è stato inviato in seguito un altro autobus, ma quando l’autista è arrivato a Breno non ha trovato più alcun utente alle fermate, in quanto gli studenti lasciati a terra avevano già utilizzato altri mezzi per ritornare alle proprie abitazioni. Pertanto, nessun utente è rimasto “tre ore al freddo”».

L’azienda prosegue sostenendo che dai controlli «non ci risulta che vi siano corse che sono effettuate in anticipo da parte del nostro personale di guida e per quanto riguarda episodi di guida pericolosa non sono certamente imputabili ai nostri autisti, ma alle autovetture private che costringono i medesimi a frenate improvvise per evitare eventuali sinistri».

L’azienda evidenzia poi che «gli introiti derivanti dai titoli di viaggio coprono solo una piccola quota dei costi di servizio di trasporto pubblico locale, la cui restante parte viene invece finanziata da risorse regionali, che negli ultimi anni sono state fortemente diminuite, non permettendo certamente un incremento del servizio da parte delle aziende di trasporto».

La Sav sostiene infine che l’Istituto Tassara di Breno «ha programmato la fine delle lezioni scolastiche in modo disomogeneo lungo la settimana». La conseguenza sarebbe «un incremento degli utenti sulle corse di tutte le aziende di trasporto operanti in Valle Camonica in alcuni giorni della settimana rispetto ad altri».

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