Con “Born To Fly” anche gli storici rockers californiani Jetboy approdano nella grande famiglia Frontiers, che ormai può vantare nel proprio roster gran parte delle band che fecero grande la scena del Sunset Boulevard tra la metà degli anni ’80 e i primi anni ’90. Sono passati ben nove anni dalla loro ultima uscita discografica, l’ep “Off Your Rocker”, autoprodotto appunto nel 2010 e poi ripubblicato dalla City Of Lights Records nel 2016.
La band è formata attualmente da tre componenti originali, ovvero il cantante Mickey Finn e i chitarristi Billy Rowe e Fernie Rod , a cui si sono aggiunti negli ultimi tempi il batterista Al Serrato e il bassista originale di un’altra seminale band del Sunset, i Faster Pussycat, Eric Stacy. Si parte con “Beatin’ The Odds”, sleaze rock che richiama non poco proprio i Faster Pussycat, la voce di Finn è come sempre alcolica al punto giusto e il pezzo è un ottimo biglietto da visita del disco. La title track è tanto semplice quanto accattivante, rock’n’roll di pura matrice AC/DC dei bei tempi, che sfocia in un ritornello che immagino dal vivo farà sfracelli. In “Old Dog New Tricks” fa la comparsa anche l’armonica di Finn in un brano totalmente devoto al suono dello sleaze d’annata, come d’altronde anche “Brokenhearted Daydream”, dotata di un altro ritornello vincente. “The Way That You Move Me” è un tributo alle radici più blues e rurali dei nostri, il piano di Luke Tierney e i cori femminili di Sandy Griffith donano al tutto un’atmosfera non lontana da band come Quireboys o Dogs d’Amour. Molto classiche sono “She” e la conclusiva “Party Time”, come se il tempo si fosse fermato al disco d’esordio di 31 anni fa, impossibile non provare anche solo un piccolo attimo di nostalgia. Ma “Born To Fly” è tutto tranne che un disco nostalgico, pezzi come “A Little Beat Easy” e “Every Time I Go” ci consegnano una band assolutamente viva e vogliosa di dimostrare che i vecchi leoni possono ruggire ancora forte. Bentornati Jetboy, ci siete mancati.
