I Wild America sono la nuova band di Billy DiNapoli, chitarrista americano già visto con gli Aftermath e i Fool’s Faith, e questo “Gasoline” è il loro debutto discografico a cura di Kivel Records, etichetta indipendente americana che da anni ha adottato la politica del “poco ma buono”, ovvero uscite selezionate ma sempre di buonissima qualità.
Accanto a DiNapoli troviamo John Gallicano al basso, Jason Northrop alla batteria e Joe Labbadia alla voce, autore peraltro anche di tutti i pezzi del disco, più una serie di collaborazioni di cui parleremo più avanti. L’album è stato prodotto dalla band e contiene 10 canzoni di puro hard rock a stelle e strisce, genere in cui gli americani riescono sempre ad avere una marcia in più, nonostante gli innumerevoli tentativi di emulazione. Lo si capisce fin dalle prime note di “Long Road”, in cui fanno capolino Firehouse e Trixter, alla seguente “Rockstar” in cui sono presenti tastiere suonate da Andrew Kadin che insieme a Labbadia ha scritto buona parte delle canzoni del disco. Impossibile poi non pensare ai Danger Danger in “Is Anybody Listening” con il classico “oh-ohooo” che entra in testa subito al primo ascolto, come dicevo prima le band d’oltreoceano restano imbattibili in queste cose. La title track è il pezzo più tirato del disco che ha ancora una volta nel ritornello il punto di forza, oltre all’ottimo lavoro di DiNapoli che è un chitarrista dotato di grande tecnica ma allo stesso tempo di un gusto invidiabile. Uno dei momenti migliori del disco è sicuramente la ballata “Feet To The Fire” in cui Labbadia duetta con la voce di Heather Joseph accompagnati dal piano di Kadin, in un crescendo emozionale notevole. La seconda parte del disco non vede fortunatamente scendere la qualità dei pezzi, anzi “Maybe Tonight” è in assoluto una delle mie canzoni preferite del disco, grazie ad una melodia molto azzeccata e all’ottimo lavoro di DiNapoli sia in fase ritmica che solista. L’album si chiude con “”Til The End”, un brano che oltre ad avere un testo toccante dedicato ad un amico scomparso, mi ha ricordato i migliori Firehouse sia per costruzione del pezzo che per il cantato di Labbadia, e che contiene l’ennesimo solo strappa applausi di DiNapoli. Se vi piace il genere, “Gasoline” è sicuramente uno dei migliori dischi di genere usciti in questo primo scorcio di 2019, oltre ad avere, a mio modesto parere, una delle copertine più riuscite degli ultimi tempi.