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Un protocollo contro il lavoro irregolare

Sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica, Guardia di Finanza, Agenzia
Entrate e INPS ci sono i fenomeni sempre crescenti delle false compensazioni fiscali e
contributive, delle frodi fiscali e dell’intermediazione e del collocamento illecito della
manodopera. Si tratta di frodi foriere di gravi distorsioni del mercato del lavoro e, in generale, del regime della libera concorrenza tra le imprese. Di qui l’esigenza di contrastare tali dannose forme di illeciti attraverso una mirata azione investigativa e ispettiva, con il coinvolgimento dei diversi attori istituzionali specialistici in materia, grazie ad un’azione sinergica e coordinata.

Mancata applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore; conteggio in busta paga di un numero di ore inferiori a quelle da retribuire; previsione di indennità di trasferta, che non sono da computare nell’imponibile previdenziale; retribuzioni qualificate falsamente come indennità di trasferta, al solo scopo di evadere i contributi. Questi i principali illeciti nel settore.

Ma non è da escludere che anche strutturate organizzazioni criminali possano infiltrarsi in settori produttivi o di servizio alle imprese, attuando e, via via, perfezionando schemi fraudolenti atti a generare illeciti profitti attraverso condotte evasive/elusive di carattere contributivo e fiscale, spesso correlate a fattispecie sempre più affinate di lavoro irregolare, come appalti illeciti di forniture e servizi, inquadramenti lavorativi non regolari e non legittimi nei rapporti di lavoro subordinato, condotte fittizie non disgiunti da frodi fiscali.

Si tratta di fenomeni che si inquadrano in un più ampio scenario caratterizzato dall’uso
strumentale di enti cooperativi, ma non solo, in capo ai quali si possono concentrare una
serie di manifestazioni “patologiche”, ora di natura “omissiva” (ad esempio, mancato
deposito dei bilanci, mancata presentazione di dichiarazioni fiscali), ora di carattere più
propriamente fraudolento (utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; rappresentazione
nelle scritture contabili di una realtà incoerente con la natura stessa di società cooperative
di produzione e lavoro; utilizzo in compensazione di crediti fiscali e contributivi falsi, illeciti, indebiti, non spettanti o inesistenti).

Il protocollo, siglato sotto la regia della Procura della Repubblica di Bergamo, prevede la costituzione di un pool inter-operativo chiamato ad un preliminare lavoro di analisi e d’intelligence da condividere, per meglio indirizzare l’azione di controllo dei diversi Enti, per individuare i singoli profili di responsabilità ed i vincoli associativi tra i vari soggetti coinvolti negli illeciti in rassegna.

A firmare l’accordo il Procuratore facente funzioni di Bergamo, Dottoressa Maria Cristina Rota, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Mario Salerno, il Direttore Provinciale dell’Agenzia delle Entrate, Dott. Antonino Lucido e il Direttore Provinciale dell’I.N.P.S., Dott. Vittorio Feliciani.

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