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Un appartamento a Clusone per “l’autonomia abitativa”

Un appartamento che possa essere un punto di riferimento per le persone portatrici di disabilità: è il progetto per cui si stanno raccogliendo fondi anche attraverso l’iniziativa “La grande coperta di Clusone”. Alla realizzazione sta lavorando il Patronato San Vincenzo. L’unità abitativa, che si trova infatti nella disponibilità della realtà bergamasca figlia di don Bepo Vavassori (presso la sede baradella in via San Lucio), non sarà solo accessibile e adeguatamente allestita, vuole essere uno spazio in cui lavorare sull’autonomia dei suoi ospiti. 

«Il lavoro del Patronato su questo settore – spiega don Marco Perucchini, prete del Patronato e direttore generale dell’associazione formazione professionale AFP Patronato San Vincenzo –, sia per i minorenni sia per i maggiorenni, è un’attività che prese il via più di 20 anni fa. Come Patronato stiamo seguendo una quindicina di minorenni e circa lo stesso numero di neo maggiorenni in percorsi personalizzati. Con i minorenni siamo concentrati sulla formazione mentre invece con i maggiorenni si lavora sull’autonomia».

«Questo appartamento, che diventerà operativo nel 2020 (dopo alcuni adeguamenti e l’abbattimento delle barriere architettoniche), – prosegue il sacerdote del Patronato – ha come finalità quella di diventare una “palestra per l’autonomia”. Perché questi ragazzi possano vivere autonomi in appartamenti, anche d’altro tipo, è necessario introdurre una sorta di spazio di allenamento. Si tratta di un normale appartamento (con cucina, bagno stanze etc..) che diventerà un luogo dove queste persone si sperimenteranno per periodi brevi, uno o due giorni, finalizzando questo allenamento alla possibilità per loro di vivere in modo autonomo».

Don Marco Perucchini

«Un progetto come questo – continua don Marco – è stato avviato partendo da una lettura dei bisogni del territorio. In realtà il lavoro che si sta facendo, in particolare con l’ambito 9 (e non solo in quanto altri territori come quello di Lovere è coinvolto in questa progettazione), ci ha fatto vedere come uno dei bisogni è quello di aiutare i ragazzi non soltanto in un inserimento lavorativo e in diverse autonomie della vita quotidiana, ma anche quello di arrivare a un’autonomia abitativa. Per fare questo, oltre a mettere a disposizione l’appartamento, è importante creare reti con il territorio (associazioni, genitori, istituzioni, ambito) perché questo progetto si inserisce in un accompagnamento e un percorso più grande».

«Per me – aggiunge don Marco – è importante ringraziare a nome del Patronato tutte le persone che hanno lavorato in questo progetto, le famiglie e il territorio. I progetti di questo tipo funzionano se lo scambio con il territorio è continuo e quotidiano. Ringrazio tutti per il sostegno e la vicinanza».

Un servizio verrà trasmesso questa sera (giovedì 28 novembre) all’interno del telegiornale di Antenna2 (canale 88 ore 19.20).

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