È prossimo alla conclusione il grande lavoro sugli scritti del Beato Tommaso da Olera, il frate cappuccino laico beatificato a Bergamo il 21 settembre 2013, ma nato a Olera (Alzano Lombardo) nel 1563 e morto a Innsbruck 1631.
«Dagli studiosi di Tommaso da Olera e di mistica in generale, il quarto volume degli scritti, contenente le lettere, era atteso e finalmente è stato pubblicato da Morcelliana per le cure di Alessandra Bartolomei Romagnoli»: afferma Alberto Sana, curatore dei primi tre volumi.
Con quest’ultima pubblicazione ora mancano solo gli indici tematici e analitici, il cui completamento potrebbe essere raggiunto alla fine del 2020.
«È un libro importante – continua Sana -: contiene tutte le epistole rimaste dell’autore, e sono lettere perlopiù autografe, in cui spesso il frate cappuccino riassume con semplicità per i destinatari acquisizioni di sapienza mistica, come per esempio avviene nella più lunga (a Maria Cristina e a Eleonora d’Asburgo) o in quelle all’amico medico Ippolito Guerinoni. Nelle lettere ricompaiono i temi prediletti dei trattati: l’amore attraverso il dolore, l’importanza del cuore (del sacro cuore di Gesù), l’amore puro non mercenario».
«Le lettere – prosegue Sana – sono importanti anche perché ci mostrano direttamente lo stile dell’autore: che non è quello di un dotto teologo ma di un semplice frate illetterato. La curatrice del volume ci ricorda che “Ciò che si dice è ben più importante di come lo si dice”, e nella sua utile e informatissima introduzione ci fa vedere Tommaso come un “santo in azione”, un uomo in cui la visione mistica si accompagna sempre all’azione concreta. Nelle lettere sono molti i riferimenti alle amicizie, ai fatti storici di quei tempi tormentati, insieme a consigli da direttore spirituale: ad esempio “L’amore si conosce nel patire”, al Guerinoni “imparate a fare il pitocco, cioè il mendicante” e poi “tutto è pazzia fuori che temere e amare questo immelato Cristo”».
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Il Beato Tommaso da Olera
«Nel volume appaiono rigorose le scelte editoriali – continua Sana -, moderatamente conservative, della Bartolomei Romagnoli; molto utili le note ai testi, ma anche le notizie storiche su personaggi e luoghi citati, nonché l’apparato iconografico».
«Il lavoro di Alessandra Bartolomei Romagnoli – continua Sana – è a mio parere eccellente, anche perché il rigore della studiosa si accompagna al calore dell’argomentazione e a una evidente simpatia per il personaggio».
Qui sotto un nostro articolo sulle precedenti pubblicazioni.