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Social e smartphone, come comportarsi con i ragazzi?

Anche un incontro con Alberto Pellai negli appuntamenti organizzati a Clusone per la “Settimana di don Bosco”. La serata, dal titolo “Gli incontri nell’era dei social”, ha visto la partecipazione di molti genitori ed educatori.

Alberto Pellai è un nome molto conosciuto tra chi si occupa di educazione o si trova di fronte il difficile compito di crescere figli. Medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il Ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. Ha condotto su Radio 24 il programma “Questa casa non è un albergo” e, dal 2010, cura su “Famiglia Cristiana” la rubrica settimanale “Essere genitori”. È autore di molti bestseller per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Tutto troppo presto, Girl R-evolution e, a quattro mani con la moglie (e psicopedagogista) Barbara Tamborini, I papà vengono da Marte, le mamme da Venere e L’età dello tsunami, tutti editi da De Agostini.

Prima dell’incontro in oratorio lo abbiamo intervistato. «I genitori devono avere un progetto educativo forte che implica scelte non solo per la vita reale dei propri figli, ma anche per la vita virtuale – ci ha detto -. In questo momento noi genitori siamo molto attenti a quello che succede nella vita reale dei nostri figli, ma molto disattenti e spesso inconsapevoli di quello che invece succede nella loro vita online. A partire dai 10 / 11 anni molti ragazzi e ragazze trascorrono un tempo significativo della loro giornata in totale isolamento rispetto allo sguardo dell’adulto».

I genitori, dunque, non devono avere timore anche a violare la privacy dei loro figli? «I genitori devono condividere con i figli l’idea di privacy che vogliono mettere a  loro disposizione. Come noi non permettiamo a un dodicenne alle 9 di sera di salire su un treno di andare in qualsiasi direzione e poi tornare quando vuole a a casa, la stessa cosa deve succedere anche online. Non è possibile che all’una di notte ci siano ragazzi ancora connessi, a fare cose che i genitori neanche immaginano». 

Quale invece l’età giusta per comprare uno smartphone a un ragazzo? «Non c’è scritto da nessuna parte, ognuno deve prendere la sua decisione. Alla luce delle cose che so, di quello che ho osservato nella mia attività clinica, e anche del progetto educativo che ho avuto per i miei quattro figli ho stabilito che un’età adeguata è alla fine della scuola media». 

Nel video, l’intervista completa:

 

Un altro appuntamento su questi temi è in programma, sempre a Clusone, giovedì 13 febbraio. L’Istituto Comprensivo di Clusone organizza l’incontro conclusivo del percorso “PretenDiamo legalità”, proposto alle classi quarte e quinte delle scuole primarie di Clusone, Piario, Villa d’Ogna e alle terze della secondaria di Clusone. Alle 20,45, nell’auditorium della scuola primaria, Angelo Lino Murtas, Vice Questore della Polizia di Stato che da tempo svolge attività di sensibilizzazione negli istituti di ogni ordine e grado, porterà la sua esperienza sul mondo della legalità e del web e restituirà alla comunità le conclusioni tratte dagli incontri a scuola.

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