Non può esserci futuro per la sanità lombarda senza un ripensamento del ruolo e delle funzioni del sistema ospedaliero. Lo hanno ribadito questa mattina Cgil, Cisl e Uil Lombardia, scesi nuovamente in piazza sotto Palazzo Lombardia per chiedere l’apertura di un tavolo permanente di confronto con la Presidenza della Regione e stringere un nuovo “Patto per la salute”, che rilanci la sanità pubblica e la medicina del territorio.
Organizzato con le Federazioni che rappresentano i pensionati e tutti i lavoratori che a diverso titolo operano nel sistema sanitario e sociosanitario, il presidio ha chiuso il cerchio della mobilitazione avviata il 16 giugno con la manifestazione sulle Rsa e proseguita il 19 con quella sui distretti. Nel corso degli interventi che si sono alternati nella mattinata, i sindacati hanno ricordato quelli che a loro parere sono i gravi limiti del sistema ospedaliero, drammaticamente evidenziati dalla pandemia.
Caterina Delasa, segretaria provinciale della Fnp Cisl (la federazione pensionati) di Bergamo, sottolinea: «L’esperienza drammatica vissuta nella pandemia rende urgente ripensare il sistema sanitario lombardo, riconoscendo innanzitutto le omissioni, gli errori, le strategie sbagliate e le indicazioni contraddittorie che da noi hanno aggravato particolarmente le conseguenze. Occorre potenziare i dipartimenti di igiene e prevenzione, che avrebbero dovuto allertare il sistema, tracciare e contenere i focolai».
«Il baricentro del sistema sanitario lombardo, tutto spostato sull’ospedale, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza – aggiunge Delasa -: occorre stabilire continuità di cura tra ospedale e territorio, certamente il luogo che ha sofferto di più, che ha lasciato le famiglie in balia di loro stesse; è mancata la continuità di cura e l’integrazione del sistema sanitario con quello socio sanitario assistenziale, che va previsto e finalmente realizzato. Serviva una medicina di famiglia e una organizzazione di cure primarie di base nel territorio, efficienti e equipaggiate. Ma la politica sanitaria di Regione Lombardia le ha da tempo indebolite e marginalizzate Da adesso occorre quindi ripensare il sistema sanitario alla luce degli errori fatti e non farci trovare nuovamente impreparati».
Le proposte di Cgil, Cisl e Uil Lombardia
– utilizzare le risorse e attuare gli indirizzi nazionali previsti dal DL “Rilancio” nell’attuale fase pandemica, con la definizione del “Piano di Assistenza Territoriale” e una puntuale e condivisa verifica attuativa del “Piano della rete ospedaliera” per aumentare la disponibilità di posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva
– riformulare il Piano sociosanitario regionale 2020-2024 predisposto dalla Giunta prima dell’emergenza epidemica per dare continuità al rafforzamento dell’offerta sanitaria e sociosanitaria, aumentando i posti letto di cure intermedie, con degenze di comunità, e di cura e degenza ospedaliera
– progettare la riorganizzazione delle degenze ospedaliere ordinata per intensità di cura prevedendo la possibilità di ricovero nella medesima unità organizzativa di pazienti chirurgici e medici con adeguato coordinamento internistico infermieristico
– programmare la formazione con l’aumento dei posti nelle scuole di specialità, per promuovere l’inserimento lavorativo dei giovani e realizzare il necessario ricambio generazionale di medici ed altre professionalità sanitarie.
– tutelare il lavoro di tutti gli operatori del sistema sanitario e sociosanitario, dei lavoratori in
somministrazione e dei servizi esternalizzati per contrastare discriminazioni e disparità di trattamento economico e normativo, e valorizzare nelle procedure concorsuali l’esperienza lavorativa dei professionisti/operatori “precari” prestata presso le aziende del Servizio sanitario lombardo.
– attuare politiche degli appalti che tengano in giusta considerazione la qualità del servizio e la tutela del lavoro.
Domani (mercoledì 24 giugno) i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Lombardia incontreranno il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e presenteranno le proposte sindacali con la richiesta di istituire un confronto permanente.