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Carenza medici, Scandella: “Le soluzioni ci sono”

“Sono sempre di più gli ambiti, soprattutto nelle valli ma non solo, che non possono più contare sulla fondamentale presenza di un medico di medicina generale e, di conseguenza, sono sempre di più i cittadini, soprattutto anziani e fragili, che si ritrovano in grave difficoltà”. Lo dice il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella, tornando sull’ormai annosa questione della carenza dei medici di base che riguarda tutta la regione, ma che nelle valli bergamasche è diventata una vera e propria emergenza nell’emergenza.

“La questione si deve affrontare in due tempi – spiega Scandella – subito, per affrontare questa carenza, si deve intervenire a livello nazionale allargando le maglie e consentendo, per esempio, di far proseguire l’attività a quei medici over70 che lo desiderano, oltre a coinvolgere il più possibile anche medici che pur non avendo frequentato una scuola di specializzazione hanno comunque maturato esperienza o all’estero o in strutture ospedaliere. Anche le Usca vengono già messe a disposizione, ma è importante che venga data continuità al rapporto con la figura con cui le persone entrano in contatto”.

“Al di là dell’emergenza, invece – prosegue il consigliere dem – serve un cambiamento anche nelle politiche regionali che non prevedono incentivi economici o di carriera per quei medici che scelgono di operare nei territori più disagiati e che invece devono essere introdotti. Oltre ad un aumento dei posti complessivi dedicati agli specializzandi, in modo da poter crescere nel numero nel giro di pochi anni”.

Scandella ricorda quindi le proposte presentate dai dem, proprio su questo tema, durante il bilancio di previsione di Regione Lombardia: “Abbiamo impegnato la giunta lombarda ad assicurare, con ogni mezzo disponibile, la presenza nei presidi montani di un adeguato personale sanitario, così da garantire, attraverso vincoli e incentivi economici e di carriera, una stabilità almeno decennale nella quantità e nella qualità dei servizi offerti nelle aree più periferiche della regione, promuovendo anche nuove forme di medicina territoriale, ma soprattutto agevolando il reclutamento dei medici di base”.

“Un impegno che nasce proprio dalla necessità di dare, finalmente, maggiore stabilità ai servizi in montagna e garanzie alle famiglie che decidono di viverci” conclude Scandella.

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