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La pandemia raccontata da 36 artisti tra Pisogne, Casazza e Gromo

La pandemia raccontata dalle opere di 36 artisti. Un progetto nato durante il lockdown del 2020 sui social e che ora prende forma in tre appuntamenti a Pisogne, Casazza e Gromo. Il nome è “Gabbia•no” ed evoca la spinta a spiccare il volo, andare oltre le sbarre che rinchiudono, anche solo metaforiche.

Il progetto ha mosso i primi passi nel mese di aprile del  2020 da un’idea di Maddalena Manna e Cinzia Baronchelli, dopo aver dato vita alla pagina Facebook “Semi d’Arte Terre Creative”. «Una pagina creata come contenitore virtuale di un dialogo tra ogni arte possibile in uno spazio tempo dove ogni forma di contatto fisico era precluso, dove solo il web permetteva connessioni ed espressioni emotive negate dall’assenza di contatti personali, dalla cancellazione di ogni mostra e incontro artistico», spiega Cinzia Baronchelli.

Il progetto ha superato le attese con la partecipazione di 52  artisti dall’Italia e dall’estero. «Nell’autunno del 2020 l’iniziativa ha avuto nuovo impulso grazie all’assessora alla Cultura di Casazza, Carmen Zambetti – prosegue Cinzia Baronchelli -. Si è concretizza la possibilità di una “vera” mostra itinerante con le opere in spazi fisici e particolarmente suggestivi nella terra bergamasca e bresciana tra le più colpite dai lutti e dall’isolamento: Pisogne, Casazza e Gromo. Per questo progetto, non più virtuale, hanno aderito 36 artisti tra i quali pittori, scultori, grafici, poeti e musicisti. Per motivi logistici, personali e per l’impossibilità di spedire le opere oltreoceano, gli altri non potranno essere presenti con le loro opere ma sicuramente vicini nello spirito dell’iniziativa e comunque sempre visibili sulla pagina social».

«La “Gabbia” è considerata una condizione negativa rispetto alla libertà – aggiunge Maddalena Manna -. Tuttavia sì sente e si riflette sul fatto che la restrizioni nascondono inaspettate reazioni di rivincita e desiderio di vita; in questa attitudine sono riemersi valori come la sensibilità, l’intelligenza, la comprensione e la gentilezza. Pur fra i tanti frutti amari, il confinamento ha promosso per noi una maggiore comprensione dell’altro, un’apertura alla compassione, un senso di rispetto e di appartenenza ad una comunità. Dalle elaborazioni e dalle proposte sul web è emerso presto il desiderio di incontrarsi nella negazione della gabbia, sino allo svelamento dei percorsi personali in una mostra collettiva che finalmente si fa “fatto fisico”».

La mostra prende il via sabato 3 luglio alle 18 nella splendida cornice della chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne, conosciuta anche come Chiesa del Romanino, dove le opere rimarranno fino al 25 luglio. Qui l’esposizione farà parte del ricco calendario del festival di poesia, giunto alla ottava edizione, a cura dell’associazione culturale “Molecole”. La mostra sarà poi trasferita a Casazza nella suggestiva area archeologica Cavellas dal 31 luglio  al 29 agosto. Il volo di “Gabbia•no” si concluderà a Gromo, nella prestigiosa sala di Palazzo Filisetti, dal 4 settembre al 10 ottobre. L’inaugurazione all’interno intera giornata dedicata ai ricordi di mesi terribili della pandemia. In programma l’interramento di una capsula del tempo, la presentazione di un libro testimonianza di don Virgilio Fenaroli e l’inaugurazione di una esposizione di giovani artisti dei Lions città di Clusone vincitori di un concorso sul tema della ripresa dopo la pandemia.

Il percorso espositivo presenta un’opera per ciascuno dei 36 artisti presenti, che sono: Andrej Mussa, Annalisa Di Meo, Antonello Scarsi, Armida Gandini, Cesare Zanetti, Cinzia Baronchelli, Elisa Cella, Eva Paulin, Ezio Minetti, Gerardo Di Fonzo, Giorgio Pasini, Gisoo Kim, Ilenia Vielmi, Laurianne Langevin, Loretta Cappanera, Manuela Rossi, Manuela Toselli, Marco Cortiana, Maria Maddalena Manna, Maria Marina Buratti, Mariella Perani, Marilena Savoldelli, Marisa Cacciamognaga, Mimma Maspoli, Ornella Rovera, Pierangelo Giudici, Renata Petti, Rossana Corti, Sara Montani, Serenella Oprandi, Silvia Beccaria, Stefano Montinaro, Valentina Persico, Yevheniya Malonni. Tra gli artisti anche due dei Pinguini Tattici Nucleari, Lorenzo Pasini e Simone Pagani, terzi al festival di Sanremo 2020.

«L’invito al visitatore è di sentirsi co-protagonista, soggetto attivo in dialogo con queste proposte che svelano e rivelano di mondi interiori alla riscossa su questo presente particolare, in cui ci ha confinato la pandemia, ma al di là di quella ci espone ad altre sfide non meno impegnative», conclude Maddalena Manna.

 

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