Anche questa settimana mettiamo nello stereo l’ultimo cd del Bepi, All the young dudes, e prendiamo in esame la traccia numero 6, una delle più significative in quanto dedicata al popolo orobico (già ci siamo occupati di Beagle, Blüs dol rüt, All the young dudes, Miti e Spète sèmper).
Per parlare della canzone “Bergamasch” siamo andati a Songavazzo e ci siamo fermati ad ammirare il paesaggio dalla grande panchina posta appena sopra l’abitato.
«La canzone era nata sull’onda emotiva dell’avvento del Covid – racconta Il Bepi – quando si chiese agli artisti, non so dirvi a ragione o torto, di fare qualcosa. Io all’epoca mi pentii di avere ceduto alla tentazione, perché poi dietro a queste cose si nasconde sempre un po’ di autocompiacimento. Però la canzone mi piace. E mi piace anche per come è stata poi arrangiata. Non è una canzone sul Coronavirus, che di fatto è solo uno dei tanti tasselli che compongono l’identità dei bergamaschi. I bergamaschi, almeno quelli della provincia, si assomigliano un po’ tutti. E’ come se fosse al contempo un po’ sfortunati ma capaci di trarre forza da questa situazione. E’ un popolo strano, che non è facile sintetizzare in meno di tre minuti di canzone».