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Il Passo del Vivione come porta di accesso alpino del territorio montano bergamasco

Quale futuro per il turismo in Val di Scalve? Prova a capirlo il progetto di ricerca coordinato da Promoserio con la collaborazione di docenti e studenti del Corso di laurea magistrale in Planning and Management of Tourism Systems dell’Università di Bergamo, che tratteggia un nuovo scenario turistico per il Passo del Vivione e la Val di Scalve (Bergamo).

Redatto con l’obiettivo di identificare le risorse turistiche della Val di Scalve, gli itinerari e gli interessi dei turisti per migliorare la promozione futura del territorio, la ricerca evidenzia il potenziale del territorio e le parole chiave del processo di sviluppo turistico: cooperazione territoriale, specializzazione, innovazione, sostenibilità.

3 giugno 2022 – Valico alpino a quota 1.828 m s.l.m, il Passo del Vivione collega la valle di Scalve alla val Paisco, entrambe tributarie della val Camonica, mettendo in comunicazione la provincia di Bergamo con quella di Brescia. Inserito tre volte nel percorso del Giro d’Italia a partire dall’edizione 1981, è per localizzazione, geomorfologia e clima uno dei passi alpini più amati dagli appassionati di due ruote. Ma qual è l’attuale situazione turistica del Passo del Vivione, è ancora un’area solo di ‘passaggio’? Quale la provenienza, l’aspettativa, la prospettiva del turista? Cosa si può fare per migliorare in modo sostenibile la promozione turistica?

Per rispondere a queste domande, è stato avviato il progetto di ricerca “Passo del Vivione: porta di accesso alpino del territorio montano bergamasco”, presentato oggi in conferenza stampa presso la Sala della Comunità Montana di Scalve a Vilminore di Scalve.

Obiettivo: restituire uno scenario aggiornato sulla situazione del territorio, che a partire dall’identificazione delle risorse turistiche e dall’analisi degli itinerari e degli interessi dei turisti permetta di migliorare la promozione e lo sviluppo del Passo del Vivione e della Val di Scalve come destinazione turistica.

La ricerca è frutto dell’attività svolta da un gruppo di studenti iscritti al secondo anno del Corso di laurea magistrale in Planning and Management of Tourism Systems dell’Università di Bergamo (Mia Agostini, Ester Poma, Davide Strucek), all’interno di un tirocinio formativo sollecitato e coordinato da Promoserio e supervisionato dalla Presidente del corso di laurea, prof. Federica Burini. Il progetto è partito dall’analisi delle risorse naturalistiche e culturali del territorio della Valle per proseguire con un’inchiesta partecipativa, finalizzata a comprendere gli itinerari e le motivazioni di coloro che scelgono di transitare dal Passo del Vivione.

Si tratta di un’attività prevista dal nostro corso di laurea di PMTS che porta gli studenti a cimentarsi con problemi e sfide provenienti dai territori e a confrontarsi con la varietà degli attori territoriali e con i loro bisogni, per imparare a co-progettare sistemi turistici sostenibili. La ricerca ha permesso di analizzare e comprendere da un lato la ricchezza naturalistica e culturale della Val di Scalve, e dall’altro il ruolo del Passo del Vivione come snodo di una rete nazionale e internazionale di visitatori. Entrambi elementi che consentono oggi di promuovere l’intera Valle mediante un turismo diffuso e a basso impatto capace di connettere, mediante percorsi slow, le risorse ambientali e i saperi agro-silvo-pastorali di questo ricchissimo territorio” sostiene la prof. Federica Burini dell’Università degli Studi di Bergamo.

Dall’identikit del turista del Passo del Vivione alle motivazioni: key point

I 337 i questionari, elaborati in italiano, inglese e tedesco hanno definito l’identikit del turista del Passo del Vivione, confermando origine italiana (73% segue origine tedesca per il 14,2% e svizzera per il 6%), provenienza regionale (79,7% Lombardia) e l’essere un motociclista.

Hanno inoltre portato alla luce altri aspetti su origine e provenienza su cui sono state elaborate proposte concrete per lo sviluppo turistico della Valle di Scalve.

Ad esempio, il 62% degli stranieri non conosceva il Passo del Vivione e si è affidato a guide o tour operator (43% degli intervistati stranieri) per scoprire quest’area, in cui tornerebbe anche per un soggiorno più lungo. La meta è particolarmente apprezzata per il paesaggio alpino e la natura, la strada a curve perfetta per una gita giornaliera in moto ma anche, e soprattutto, per la calma del territorio, meno frequentato rispetto ad altri passi lombardi come il Tonale o il Gavia.

Proprio il paesaggio alpino incontaminato, il clima fresco, la flora, la fauna e la possibilità di effettuare numerose escursioni nei paraggi (dalla Via Mala alle Cascate del Vò, da Schilpario alle Miniere, dalla Diga del Gleno al Pizzo Camino) sono gli altri elementi di maggiore attrattività, come la posizione geografica a cavallo tra le province di Bergamo, Brescia e la Valtellina, che rendono il passo del Vivione meta di passaggio perfetta dopo una gita al Lago d’Iseo, al Passo dei Campelli o a Schilpario e tappa di mezzo anche per soggiorni in ValSeriana, Sebino, Valle Camonica e Valtellina. È in queste aree però che il turista sceglie di soggiornare, confermando il Vivione tappa intermedia entro altre destinazioni limitrofe, come la provincia di Sondrio (scelta dal 42,1%), di Bergamo (26,3%) e Brescia (15,8%).

Ma il 99,3% degli intervistati è estremamente soddisfatto della visita al Passo del Vivione e il 76,7% afferma di voler tornare in Val di Scalve, trascorrendo in questo territorio più tempo di una giornata.

Dobbiamo fare tesoro di questa ricerca, che proprio attraverso il coinvolgimento diretto del turista del Passo del Vivione permette di porre le basi per lo sviluppo sul medio e lungo termine di un progetto di turismo slow da integrare nell’offerta complessiva delle nostre Magnifiche Valli. L’analisi di queste informazioni permetterà di impostare campagne efficaci di comunicazione su mappe stradali e guide turistiche tedesche, ad esempio, e un’attività di promozione puntuale e di marketing territoriale più esteso. Sempre tenendo a mente che lo sviluppo concreto e sostenibile di un territorio passa dal coordinamento tra enti e soggetti promotori. Solo così sarà possibile promuovere efficacemente la ricchezza turistica della Val di Scalve e trattenere il turista più a lungo sul nostro territorio”, dichiara Maurizio Forchini, Presidente di Promoserio.

I turisti di oggi come scenario su cui costruire le strategie di domani?

Sì, a patto di puntare su integrazione tra potenzialità naturalistica (montagne, flora e fauna, aree protette come il Parco delle Orobie Bergamasche e Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto) e risorse culturali come le Miniere, i Musei (culturali, storici, naturalistici), il patrimonio architettonico, i saperi agro-silvo pastorali, la tradizione culinaria, gli eventi. La costruzione del “prodotto” turistico Passo del Vivione e Val di Scalve potrà quindi essere declinata in quattro asset portanti di un turismo slow e cioè mobilità, attività sportive, food e soggiorni e sfruttare diverse modalità di promozione, come quelle suggerite nel progetto di ricerca:

  • Potenziare campagne di comunicazione sulle mappe stradali e guide turistiche tedesche
  • Uniformare la comunicazione delle maggiori attrazioni del turismo scalvino
  • Incentivare le recensioni su Google Maps (indicato dalla maggioranza dei turisti come strumento con cui è venuto a conoscenza del Passo) e creare contenuti (foto, luoghi)
  • Realizzare un totem QR-code di rimando alle diverse attrazioni turistiche della Val di Scalve
  • Organizzare campagne mirate di digital marketing cross web e social
  • Organizzare attività di co-marketing con i passi alpini vicini

Per raggiungere innovazione e sostenibilità nello sviluppo turistico la cooperazione territoriale, oltre che strumento fondamentale di gestione, è parola chiave su cui puntare. Tutta la destinazione deve essere innovativa e sarà importante evitare la frammentazione: perciò ben venga la cooperazione tra gli enti della Valle, che permetterà di proporre il territorio come prodotto turistico unitario e di tutti i soggetti turistici, dagli albergatori ai ristoratori. L’osservazione continua del comportamento e delle esigenze dei turisti permetterà poi di identificare man mano ciò che rende indimenticabile questo luogo, abbinando le risorse corrette per rispondere alle aspettative. Un marketing focalizzato e una maggiore promozione della Val di Scalve che enfatizzi le particolarità renderà nota la zona a un numero maggiore di persone”, conclude Marco Pizio – Comunità Montana di Scalve.

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