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Ardesio, folla anche quest’anno per la Scasada del Zenerù

Non tradisce mai le attese, la Scasada del Zenerù. Ancora una volta migliaia di persone si sono date appuntamento ad Ardesio per scacciare il freddo e l’inverno. La tradizione tenuta in vita e portata avanti dalla Pro loco di Ardesio si rivela ogni volta un evento che valica i confini del paese e dell’Alta Val Seriana. Un fascino ancestrale, che affonda le radici nei secoli e nella terra, capace di resistere alle accelerazioni della storia.

Il copione è ormai collaudato, cambia solo il tema con cui viene condito. Grazie alla fantasia dell’eremita Flaminio Beretta (che ieri è sceso in paese per accogliere il carro), Zenerù (personificazione di gennaio e, in generale, dell’inverno) viene immaginato in fuga dagli ardesiani che lo vogliono bruciare. Gli espedienti per scappare sono tra i più disparati e stravaganti. Quest’anno il trucco era confondersi con i ragazzi della banda e sperare così di farla franca. Sul carro che trasporta il fantoccio del Zenerù sono stati rappresentati dei musicisti. Ma nemmeno tra le sette note gennaio ha trovato la salvezza.

Il carro, come sempre, ha iniziato il proprio giro lungo le vie del paese dal piazzale del Ponte Rino. Ad accompagnarlo il frastuono di campanacci, latte, raganelle, tamburi, corni: tutto il necessario per fare un gran baccano e mandare via gennaio, come vuole la tradizione. Tantissimi, come sempre, i giovani, soprattutto dell’Alta Val Seriana, con le loro “cioche” allacciate in vita.

Il carro ha seguito il suo percorso tradizionale: dal Ponte Rino fino alla zona della caserma dei carabinieri, poi il ritorno verso il centro storico, il periplo della chiesa parrocchiale e l’approdo al piazzale della biblioteca. Qui l’allestimento è stato tolto dal rimorchio che lo trasportava e messo sulla piattaforma predisposta per il rogo. Le fiamme hanno presto avvolto il fantoccio, mentre attorno i campanacci hanno continuato a far sentire il loro suono.

 

 

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