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“Grandi restauri”: in mostra la “Madonna con bambino” del Moroni

Dal 14 novembre al 4 dicembre 2024 le pale della “Madonna con bambino” di Giovan Battista Moroni e della “Vergine Immacolata” di Francesco Capella, recentemente restaurate dalla Fondazione Credito Bergamasco, verranno esposte a Palazzo Creberg prima di essere ricondotte alla loro sede originaria, la Chiesa di San Pietro Apostolo a Tagliuno. Dal 2007 ad oggi, Fondazione Creberg ha recuperato ben 118 opere nell’ambito del progetto “Grandi Restauri”: dipinti, pale d’altare, predelle, polittici, opere per la devozione privata appartenenti a chiese della Diocesi e a Musei del territorio (per un totale di 157 dipinti, considerando le singole opere componenti i polittici).

Da tre lustri Fondazione Creberg è molto attiva sul nostro territorio nel “salvataggio” di opere d’arte che il passare del tempo e le difficoltà di adeguata conservazione hanno reso fragili o addirittura messo in pericolo. Monitoraggio, manutenzione e restauro sono operazioni essenziali per assicurare una accurata, adeguata ed efficace opera di salvaguardia del nostro patrimonio storico e artistico, congiunta ad un’ampia opera di pubblica divulgazione.

«In quest’occasione – evidenzia Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – siamo molto lieti di essere accanto alla Parrocchia di San Pietro Apostolo di Tagliuno con questo intervento su due opere, di grande importanza storica e devozionale, che – prima degli interventi di salvaguardia – si presentavano in condizioni di degrado». Il Parroco, don Cristiano Pedrini, sottolinea che «il restauro delle tele “Madonna col Bambino” di Moroni e “Immacolata Concezione” di Capella rendono ancora più prezioso l’altare in cui sono collocate, una di fronte all’altra, ed esattamente a fianco della veneratissima statua della Madonna delle Vigne.  Nell’iniziativa, Fondazione Creberg è stata affiancata da Nettuno S.r.l., che prosegue la sua storica collaborazione con la Fondazione iniziata nel 2017 con il ripristino di capolavori di Andrea Previtali, poi proseguita negli anni seguenti con i restauri di opere di Antonio Campi, Simone Peterzano, Giovan Battista Moroni, Giuseppe Maria Crespi.

L’epoca del dipinto di Tagliuno del pittore di Albino, collocato sulla parete di sinistra della cappella della Madonna del Rosario è indicata nella monografia del pittore (2021) dove Simone Facchinetti scrive: “la scrittura pittorica e le accensioni cromatiche del dipinto lo orientano decisamente verso il 1555”. Nessun dubbio sull’autografia del dipinto firmato “IO. BAP. MORONUS. P.” nel cartiglio dipinto sul piedistallo della Madonna, dove è visibile l’iscrizione “VIRGINI DEIPARAE”. Due angioletti nudi trattengono una corona e spargono rose sul capo della Madonna mentre il Bambino dal corpicino atletico mostra la pera che stringe tra le mani. La doppia simbologia riporta a Maria rosa mistica e al frutto come elemento di fertilità e dolcezza. La Vergine si erge in piedi su un piccolo piedistallo, all’interno di una nicchia con oculo sormontato da una balaustra aperta verso il cielo, appena striato di candide nuvole. L’architettura è perfettamente sovrapponibile a quella dello scomparto nel quale è collocato il San Bernardo del polittico della Roncola che risulta essere stato eseguito qualche anno dopo la pala per la chiesa di Tagliuno.

Il volto della Vergine, di ascendenza morettiana, è quello che più spesso si riscontra nelle opere moroniane. La bella stola rigata che, appoggiata sul capo della Madonna le cinge il collo e le spalle svolazzando al refolo di aria doveva essere un accessorio di pertinenza del pittore. La si ritrova infatti arrotolata in vita a guisa di cintura nel San Paolo della pala di Parre, nell’apostolo vestito di rosa che ci volta le spalle nell’Ultima cena di Romano di Lombardia ed inoltre, in maggior evidenza nella Santa Chiara d’Assisi del Museo Diocesano Tridentino di Trento.

«Attraverso i restauri di numerose opere di Giovan Battista Moroni diffuse sul territorio – sottolinea Angelo Piazzoli Fondazione Creberg desidera proseguire il percorso virtuoso di recupero e di valorizzazione di capolavori del celebre bergamasco, già sfociato in importanti interventi espositivi e culturali promossi sia a Palazzo Creberg che al Museo Diocesano di Bergamo nonché ad Albino, città natale del pittore, durante le celebrazioni del Cinquecentenario della nascita; in quella occasione presentammo il Catalogo Generale, a cura di Simone Facchinetti, un’impresa fondamentale, non esistendo ancora uno studio così analitico e completo sul pittore. Con il “Ritratto di gentiluomo con la barba” di Accademia Carrara recentemente restaurato – e con quest’ultimo restauro della pala della Chiesa di Tagliuno – salgono a 20 le opere di Giovan Battista Moroni recuperate da Fondazione Creberg, per un totale di 34 dipinti considerando le singole opere componenti i polittici».

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