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Valcanale, «sulle vecchie piste la natura si sta rifacendo da sé»

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Lasciar fare alla natura o far intervenire la mano dell’uomo? Sembrano essere queste le due visioni che si stanno confrontando in merito al futuro delle vecchie piste da sci di Valcanale. Gli impianti sono chiusi dal 1997, ma secondo il Comune di Ardesio ci sono «dissesti fonte di pericolo per la pubblica incolumità e sicurezza». Per questo, l’amministrazione guidata dal sindaco Alberto Bigoni ha chiesto alla società proprietaria dei terreni, la Valcanale srl (in liquidazione), di presentare un progetto di messa in sicurezza. Ponendo anche una sorta di aut aut: o fate i lavori o ci vedremo costretti a intraprendere un’azione legale.

Ma la società non sembra disposta a fare quel che il Comune chiede. L’ingegner Silvio Clavi, ex presidente del Cai di Bergamo, è uno dei consulenti della Valcanale srl. «La società – spiega – ha preso atto delle richieste e ha preparato un documento, trasmesso al Comune, per indicare le sue posizioni, riassumendo anche la storia degli ultimi anni, durante i quali credo di poter dire che la società ha dimostrato interesse alla conservazione del territorio e non all’abbandono. Il Comune chiede di intervenire anche con costi di 3 milioni e mezzo di euro, ma riteniamo che queste indicazioni non tengano conto di una serie dati di fatto sotto gli occhi di tutti».

Da quando sono stati chiusi gli impianti, sottolinea Calvi, «è in corso un processo di rinaturalizzazione spontanea del territorio: sulle piste, ad esempio, stanno cominciando a crescere gli abeti. Ovvio: non li vedi se non li vai a cercare, sono alti 20/40 centimentri. Ma non è più un terreno con ghiaione come risultava dopo l’apertura degli impianti: allora erano entrati con le ruspe per livellarlo. Oggi sui pendii si sta rifacendo il prato da solo. E questa mi sembra una cosa essenziale».

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La strada

Calvi non nega ci siano punti sui quali è necessario non solo puntare l’attenzione, ma anche eseguire interventi. «Per esempio lungo la strada ci sono tratti con massi che possono essere pericolanti, come succede su tutte le strade di montagna. Cominciamo a dire che lì non passa nessuno e questo significa già eliminare alcune problematiche connesse al rischio». L’obiettivo è comunque la messa in sicurezza: «La società ha una presa d’acqua nella valletta che scende dall’Arera. Insieme abbiamo concordato alcuni interventi che, oltre alla manutenzione del canale, consentano di stabilizzare queste pietre. Sono stati approvati con la conferenza dei servizi a cui ha partecipato anche il Comune di Ardesio. I lavori cominceranno a primavera. Quindi, il Comune sa benissimo che ci stiamo preoccupando di mettere in sicurezza le situazioni pericolose».

Anche il geologo Sergio Chiesa è consulente della Valcanale srl. Queste le sue valutazioni in merito ai rischi e ai pericoli nella zona delle vecchie piste: «Come gran parte dell’area montana la pericolosità sia di tipo idrogeologico che di altri tipi è abbastanza estesa, tant’è che esistono carte sulla pericolosità per limitarne le destinazioni d’uso. In un’area come quella interessata dalle piste c’è stata un’evoluzione in parte modificata dall’intervento umano».

Ma, osserva Chiesa, «i processi naturali stanno svolgendo da soli un’opera di ricostituzione sia del manto vegetale, che è uno dei sistemi con cui si autostabilizza un versante, sia degli aspetti legati allo scorrimento delle acque, che in una zona interessata dagli interventi umani viene sempre e comunque alterato». Il geologo conclude: «I processi che avrebbero potuto evolvere e portare anche a dei danni, e in questo caso si parlerebbe di rischio, si sono disattivati ed è in corso una rinaturalizzazione».

Ora bisognerà capire come si muoverà il Comune, che entro il 31 marzo attende la presentazione di un progetto e per fine anno l’esecuzione dei lavori.

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