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VOODOO CIRCLE – Whisky Fingers

Quarto album per i Voodoo Circle, progetto nato per volere del chitarrista tedesco Alex Beyrotd ( Sinner, Primal Fear ) nel 2008 e che disco dopo disco si è tramutato in una band vera e propria. Insieme a lui in questa nuovo lavoro troviamo David Readman alla voce ( Pink Cream 69 ), Mat Sinner al basso ( Sinner, Primal Fear ), Alessandro del Vecchio alle tastiere e voce e Francesco Jovino ( UDO, Primal Fear ) alla batteria. Come nei precedenti dischi l’approccio dei Voodoo Circle è molto classico, distante da quello che sono per esempio una band come i Primal Fear ( in cui militano 3/5 dei Voodoo Circle ) e che vede nel classico hard rock britannico ( Whitesnake e Rainbow su tutti ) le principali fonti d’ispirazione.

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“Trapped in Paradise”, scelto anche come singolo, è un inizio in grande stile, in un pezzo che fonde gli Whitesnake più classici con un refrain più di marca teutonica e che vede Alessandro Del Vecchio duettare con David Readman mettendo in mostra oltre alle riconosciute doti di tastierista e produttore anche quelle di singer di razza.  Molto Whitesnake vecchia maniera è anche “Heartbreaking Woman”, pezzo in cui Readman ricorda davvero molto il Coverdale d’annata, mentre con “Watch And Wait ( I Got My Eye On You ) si vanno ad esplorare territori che profumano di Led Zeppelin.  “Medicine Man” è un’altra bordata di sano e vecchio hard rock fumante che introduce “The Day The Walls Come Down”, ballatona in cui Readman fa un figurone e in cui Beyrotd piazza un assolo breve ma sentito. Si prosegue con “Heart Of Stone”, sempre tra Whitesnake e Deep Purple e “Straight Shooter” che mi ha ricordato qualcosa dei Rainbow dei bei tempi. Tra le cose meglio riuscite del disco segnalo sicuramente “The Rhythm Of My Heart”, un pezzo di quasi 7 minuti in cui veramente sembra di sentire il serpente bianco del periodo più blues. Chiusura con “Been Said And Done” in cui assistiamo ad un altro duetto Readman/Del Vecchio, in una della canzoni forse meno influenzate dalle band sopra citate. Un disco che al sottoscritto è piaciuto molto, che ha delle influenze fortissime, questo non lo si può negare, ma che farà la gioia di chi ama i Whitesnake dei primi dischi, quelli più blues. D’altronde al giorno d’oggi è veramente difficile inventarsi qualcosa, i Voodoo Circle non lo fanno ma riescono ad essere credibili visto anche il livello dei musicisti coinvolti.

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