Purtroppo nei nostri paesi ci sono sempre meno bambini, una tendenza che si è aggravata negli ultimi anni. A Vertova il 2016 si è chiuso con un numero di nati decisamente inferiore a quello che si registrava anche in anni recenti. L’occasione per tirare le somme viene dalla «Festa del dono».
«È un’iniziativa quasi ventennale che unisce l’Amministrazione comunale con la Fondazione “Cardinal Gusmini” – spiega il sindaco Luigi Gualdi -. In occasione dell’Epifania viene consegnato un piccolo dono ai piccoli nati nell’anno precedente e alle loro famiglie, un modo per dare il benvenuto nella nostra comunità a questi bambini. Si fa in casa di riposo con lo scopo di unire le generazioni».
La «Festa del dono» torna puntuale domani (venerdì 6 gennaio) alle 15,30, nella cornice musicale del concerto di Natale proposto dalla Corale Santa Cecilia. Solo che quest’anno i bimbi non sono molti per un paese di quasi cinquemila abitanti. «I nati del 2016 sono 29 e dobbiamo dire che siamo in leggera ripresa rispetto al 2015, quando erano stati solo 25 – prosegue il sindaco -. Sono numeri che inducono una certa preoccupazione, perché nel 2014 avevamo avuto 48 nascite, mentre nel 2013 erano state 44».
«È un fenomeno che purtroppo non riguarda solo Vertova, ma anche altri comuni della zona – aggiunge Gualdi -. Chiaro che tutto questo impone una riflessione, perché i nostri paesi stanno invecchiando. Spesso i giovani scelgono di trasferirsi in altri posti con più servizi o più vicini al lavoro».
Anche se, lo sappiamo, nessuno ha in mano la bacchetta magica per invertire nel breve periodo questa tendenza, secondo il primo cittadino di Vertova qualcosa si può fare. «Anzitutto bisogna cercare di tenere sul territorio i servizi che già abbiamo. Mi viene in mente la questione del punto nascita dell’Ospedale di Piario. Serve poi realizzare quelle infrastrutture che possano favorire la permanenza sul territorio delle famiglie. In questo senso è d’obbligo per me parlare del prolungamento del tram fino a Vertova. Si tratta di tanti tasselli che sicuramente non risolvono il problema, ma potrebbero rendere questo fenomeno meno incisivo».
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